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giovedì 7 febbraio 2013

L'ATTACCO AL SALARIO


Quando ai padroni concedi di tutto, capita poi che possano chiederti qualunque cosa. Fiat Industrial dopo aver annunciato pochi giorni fa guadagni nel 2012 per un + 31% e l'incremento dei dividendi agli azionisti, ha infatti fatto richiesta alla fm e alla uilm di legare alla “presenza” anche i soldi del rinnovo contrattuale. Non bastasse quanto visto l'anno scorso con i 600 euro.

Dall'altra parte coloro che hanno permesso il realizzarsi di quei guadagni, le lavoratrici e i lavoratori, a gennaio hanno ricevuto una delle paghe più basse degli ultimi anni. Un terzo livello non è arrivato a 1300 euro.

Il paradosso è che invece di ripartire una parte dei proftti, l'intenzione dell'Azienda che sia il CCSL o il Premio di Risultato, è quella di favorire sempre più elargizioni individuali e incerte (sulla presenza in fabbrica appunto!) mettendo così la parola fne ad aumenti certi e uguali per tutti che la contrattazione nazionale garantiva. Se i passati contratti hanno negli ultimi vent'anni a malapena garantito il potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori (I dati Istat lo dicono ampiamente), oggi grazie alle scelte scellerate di Fim e Uilm arresisi al ricatto di Pomigliano, potremmo non avere più nemmeno quello. Per capirci, pare addirittura che Fiat voglia mettere in discussione anche i 103 euro dei vecchi accordi integrativi.

Dalla resa incondizionata dei sindacati del Si, a rimanere sarebbero solo da una parte gli utili, i dividendi o i bonus per i manager; dall'altra meno soldi nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori il cui unico compito diventerebbe quello di pagare tutta la crisi, oltre che la scalata alla Crysler.

Non meno grave è quello che sta accadendo dentro lo stabilimento, dove il silenzio della RSA è l'esempio più chiaro di quella resa. All'ennesimo incidente grave alla mano di un lavoratore avvenuto in offcina 2, la RSA piuttosto che richiamare l'Azienda alle sue responsabilità, ha scritto un comunicato in cui si richiamano i lavoratori a fare semplicemente più attenzione. Non dicono nulla sul futuro produttivo del reparto trasmissioni, né tanto meno del reparto cabine dove quotidianamente si accumulano problemi su problemi, così da costringere l'Azienda ad assoldare ditte esterne per recuperare agli errori. In fabbrica da quello che ci dicono non esiste più nessun limite agli orari di lavoro ed è diventato normale sul turno di pomeriggio uscire alla mezzanotte. E poi, crediamo sia ora di chiedere la stabilizzazione dei lavoratori interinali che da troppo tempo lavorano nello stabilimento.

Per tutto questo oggi diventa ancora più importante continuare a rivendicare il ripristino delle più elementari regole di democrazia sindacale all'interno degli stabilimenti Fiat. Le lavoratrici e i lavoratori devono tornare a poter eleggere liberamente i delegati e a votare le piattaforme e gli accordi che li riguardano. Solo così potremo impedire gli accordi separati che non fanno altro che ridurre il potere d'acquisto delle nostre paghe .

A tal proposito informiamo tutti che il prossimo 12 febbraio al tribunale di Ancona si terrà la prima udienza d'opposizione da noi mossa contro Fiat per aver negato la rappresentanza sindacale Fiom all'interno dello stabilimento, e che sabato prossimo i delegati Fiom del gruppo Fiat si incontreranno a Roma per decidere come proseguire la nostra lotta a difesa dell'occupazione e dei diritti delle persone che lavorano nel gruppo.

Chiediamo che al più presto si tengano assemblee retribuite per discutere e decidere insieme di quello che Fim e Uilm stanno trattando con Fiat, e dei problemi delle lavoratrici e dei lavoratori all'interno dello stabilimento.

Jesi, 8 febbraio 2013                 LA RSU DELLA FIOM CGIL

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