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martedì 7 luglio 2015

LE BOTTIGLIE DELL'ACQUA


La Rsa della Fiom Cgil ritiene che in questi giorni di caldo torrido le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento sono sottoposti ad una maggior fatica che mette a dura prova la loro tenuta psico-fisica durante le otto ore di linea, per questo chiediamo che almeno sul turno di pomeriggio vengano aumentati i minuti di pausa collettiva sulle linee, o in alternativa rallentata la velocità delle stesse.

Distribuire bottiglie d'acqua (per altro calde) come deciso ieri dall'azienda, non solo ci pare insufficiente, ma ha il sapore di una vera e propria presa per i fondelli.

Non è infatti colpa degli operai se in questi anni non si è mai provveduto a modifiche strutturali del tetto della fabbrica, una struttura in gran parte di lamiera che si infuoca d'estate e fa stare al freddo le persone d'inverno. Non è colpa degli operai se questa azienda non ha mai voluto investire in sistemi di raffreddamento o ventilazione tali da garantire un microclima decente anche in periodi di calura come quello di questi giorni.

Non comprendiamo poi come in un periodo di crisi come questo, dove si produce meno e si fa stare a casa le persone con la perdita del salario, non si possa sacrificare un po' di produzione giornaliera per la salute e la sicurezza di chi lavora, tenuto anche conto che l'unica cosa che i lavoratori rischierebbero è quella di stare qualche giorno in meno in cassa integrazione.

Una azienda che ha l'intenzione di costruire una fabbrica moderna, la prima cosa che dovrebbe fare è invece quella di garantire che le persone che tutti giorni lavorano per lei, non vadano a casa sfiniti la sera. Anche questo è Wcm.

In ultimo, invitiamo i lavoratori che dove si verificassero situazioni di disagio al limite della sostenibilità, a chiamare gli Rls e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

Jesi, 7 luglio 2015 La Rsa della Fiom Cgil