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venerdì 28 gennaio 2011


(AGI) - Ancona 28 gen. - Adesione massiccia allo sciopero indetto dalla Fiom Cgil da parte degli operai e lavoratori delle industrie marchigiane.
  Secondo l'organizzazione sindacale, almeno il 75% degli addetti ha incrociato le braccia, oggi per sostenere l'iniziativa di protesta contro il cosiddetto "Piano Marchionne". Oltre alle 7mila persone che hanno partecipato al corteo di Ancona, che poi ha attraversato la citta' per terminare nella zona del porto, con l'intervento conclusivo del Segretario nazionale Sergio Bellavista, molte migliaia sono stati anche i lavoratori che hanno seguito le indicazioni della Fiom astenendosi dal lavoro nella propria azienda di appartenenza. Secondo il sindacato, le punte di maggior adesione sono state raggiunte nell'anconetano. Qui hanno scioperato il 90% degli operai dell'Ariston, il 90% dell'Ask, il 100% dell'At metalli, mentre alla Best il 75% e il 98% alla Fiat Cnh (macchine agricole) di Jesi. Alta adesione anche all'Isa , con il 100%, alla Faber con il 90%, alla Caterpillar con il 70%, all'Indesit con il 75% e all'Elica con il 60%.
  Nella provincia di Ascoli Piceno all'Indesit group di Comunanza si e' arrivati al 70% di lavoratori in sciopero, alla Cisa al 65%, all'Adim al 65%. Nel maceratese poi, l'adesione alla CI&T e' stata del 98% e alla GI&D del 70%. Alla Metallex di Fermo infine, l'80% degli operai ha partecipato all'iniziativa di protesta

Landini (Fiom): “All’Assemblea nazionale proporremo l’avvio di una campagna straordinaria di discussione nelle aziende per decidere come proseguire la mobilitazione per il Contratto nazionale, i diritti e la democrazia”

 

 “Oggi centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, quelli iscritti e non iscritti alla Fiom, sono con noi in questa come nelle altre piazze d’Italia.” Maurizio Landini, Segretario generale della Fiom-Cgil, ha iniziato così il suo intervento a Milano, guardando una Piazza del Duomo gremita a conclusione del lungo corteo partito da Porta Venezia.
“E’ il segno - ha affermato Landini - che la maggioranza dei lavoratori non solo rifiuta il modello autoritario di Marchionne, Federmeccanica e Confindustria, ma lotta per cambiare questo paese ingiusto. E’ il segno che abbiamo ragione e anche la forza per modificare il presente e costruire il futuro. Non ci fermeremo, continueremo fabbrica per fabbrica, azienda per azienda a lottare per riconquistare il Contratto nazionale, difendere i diritti e la democrazia.”
“Noi - ha proseguito Landini - diciamo no alla ‘modernità’ di chi vuole i lavoratori l’uno contro l’altro in nome della competizione. Sviluppo non è riduzione dei diritti, non è negazione della democrazia, ma innovazione, ricerca, intervento pubblico. A chi, nel mondo politico e non solo, ci ha spiegato cosa avrebbe fatto se fosse stato un operaio di Pomigliano o di Mirafiori, diciamo: provate a immedesimarvi tutti i giorni con chi produce la ricchezza di questo paese e cominciate ad occuparvi seriamente di lavoro. In questa piazza non ci sono solo i metalmeccanici, ci sono lavoratori di altre categorie, ci sono i giovani, gli studenti che si stanno battendo perché anche il sapere, come il lavoro è un bene comune.”
“Il rapporto che in questi mesi abbiamo costruito è l’elemento di novità ed è prezioso, perché le questioni che stiamo ponendo sono questioni generali, di tutti. E allora – ha concluso Landini tra gli applausi - abbiamo bisogno di unificare le lotte, di mettere in campo lo sciopero generale di tutti i lavoratori e solo la Fiom e la Cgil lo possono fare. Sappiamo perfettamente che non è facile da costruire, che non sufficiente, ma lo dobbiamo fare. I lavoratori sono pronti a battersi. Va bene partecipare, ma ci sono momenti in cui bisogna avere il coraggio di osare, di agire, perché se non lo fai, di sicuro hai già perso. E noi, questa battaglia la vogliamo e la possiamo vincere.”
“All’assemblea nazionale della Fiom - ha infine detto Landini -, assemblea che si terrà dal 3 al 4 febbraio a Cervia, proporremo l’avvio di una campagna straordinaria di discussione nelle aziende per decidere con le lavoratrici e con i lavoratori come proseguire nella mobilitazione per il Contratto nazionale, i diritti e la democrazia.”
Roma, 28 gennaio 2011