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giovedì 13 dicembre 2012

CHI RAPPRESENTANO QUESTI QUA?


Fim e Uilm vengono a spiegarci in assemblea lo stato della trattativa con la Fiat sul rinnovo del contratto aziendale. Una trattativa fnta e lontana dai luoghi di lavoro, dove ai lavoratori viene impedito di discutere la piattaforma come quello che è un loro diritto sacrosanto: votare gli accordi che li riguardano.

Oggi il piano Fabbrica Italia non esiste più. Non esistono più né i 20 miliardi di investimenti annunciati, né le fumose promesse di lavoro fatte dal nostro Amministratore delegato. Ciò che rimane sono la cassa integrazione nella gran parte del Gruppo e la svendita fatta dalla Fim e dalla Uilm dei nostri diritti in cambio di nulla.

L'estromissione dal contratto nazionale imposta ai lavoratori Fiat ha prodotto anche un altro grande risultato. L'incertezza del salario e degli aumenti uguali per tutti, sempre che non si consideri aumento contrattuale quei pochi soldi che ti arrivano se in cambio della presenza in fabbrica, rinunci ai diritti e alle tutele riconosciute dalla Legge.

Per fare questo hanno violato le più normali regole di democrazia all'interno delle fabbriche impedendo ai lavoratori e alle lavoratrici di poter eleggere liberamente i rappresentanti sindacali come di scegliersi il sindacato che vogliono. E questo, vale la pena di ricordarlo, col risultato che alla elezione farsa della RSA che hanno indetto lo scorso Aprile, non ha partecipato nemmeno il 50% di chi lavora in questa fabbrica. Questo nonostante le pressioni fatte ai lavoratori della stessa Direzione.

Che fine hanno fatto quindi i “salari tedeschi” e i 20 miliardi di investimenti? Dopo quanto è successo, sulla base di quale mandato dei lavoratori, Fim e Uilm vanno a discutere oggi con la Fiat? E soprattutto, è normale che i lavoratori non possono votare gli accordi che decidono della loro condizione di lavoro e di vita?

Coscienza vorrebbe che i sindacati resisi complici di quello che i fatti hanno dimostrato essere un vero e proprio disastro industriale e occupazionale, facessero un passo indietro e dicessero che alla Fiat si sono sbagliati. Quello che oggi invece accade è l'esatto opposto. Con altri due accordi separati a favore solo delle imprese, quello sui metalmeccanici e quello sulla Produttività, Cisl e Uilm mettono la parola fne al valore e l'effcacia del contratto nazionale. Salario, orari e tutele, tutto sarà contrattato in sede aziendale permettendo così quel ricatto lavoro-diritti che alla Fiat ha fatto tanta scuola.

Solo con la democrazia sindacale, solo se a decidere sono le lavoratrici e i lavoratori, si impediscono gli accordi separati e si difendono il lavoro e i diritti.

Jesi, 13 dicembre 2012 La RSU della Fiom Cgil