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mercoledì 16 novembre 2011

2012

Fino ad oggi il tanto acclamato piano industriale Fabbrica Italia ha prodotto chiusure e tanta Cassa Integrazione in quasi tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat. Invece di far uscire dalle linee di montaggio macchine, camion o trattori, l’Azienda ha scelto di mettere in discussione diritti e libertà delle lavoratrici e dei lavoratori di Pomigliano e Mirafiori. Diritti per lo più indisponibili come malattia, sciopero, turni, straordinario, pause sulle linee di montaggio, il diritto dei lavoratori  a scegliere da chi farsi rappresentare in fabbrica: da oggi è solo l’Azienda a decidere.
Tutto questo, a partire dal prossimo Gennaio, potrebbe chiamare in causa anche i lavoratori dello stabilimento Fiat CNH di Jesi. Sergio Marchionne ha infatti ampiamente manifestato l’intenzione che all’ uscita di Fiat da Confindustria, e quindi dal perimetro del contratto nazionale,  avrebbe  fatto seguito l’estensione del modello Pomigliano a tutti i lavoratori di Fiat. Questo con buona pace di Fim e Uilm, che già si sono dette pronte a firmare un Contratto Aziendale di primo livello del gruppo Fiat valido per tutti, Auto e Industrial. Ciò butterebbe nel secchio la contrattazione nazionale, erga omnes e solidaristica, che da 60 anni rappresenta lo strumento di maggior tutela che hanno i lavoratori dal ricatto del mercato e dei padroni; e imporrebbe le condizioni capestro di Pomigliano a tutti i lavoratori del gruppo. Da notare, che sono le stesse organizzazioni sindacali che avevano detto e stradetto che quell’accordo valeva solo per Pomigliano, e che il contratto nazionale non era in discussione.
La RSU della Fiom-Cgil ritiene fondamentale quindi che già a partire dal prossimo incontro in Assindustria Ancona previsto per la prossima settimana, l’Azienda Fiat CNH Italia dia risposte chiare sui seguenti argomenti:
- uscita di Fiat da Confindustria a partire dal 1 Gennaio 2012;
- prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento di Jesi relative al prossimo anno;
- continuiamo infine a ritenere inaccettabile che una Azienda come questa, che nonostante la crisi ha prodotto utili,  non paghi per 2 anni consecutivi il Premio di Risultato ai suoi lavoratori. La Fiom le lavoratrici e i lavoratori continuano a chiederlo.


Jesi, 19 Novembre 2011                                           La RSU della Fiom-Cgil