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mercoledì 6 marzo 2013

FIAT BASTA SCUSE, SERVONO GLI INVESTIMENTI!


L'amministratore delegato della Fiat accampa sempre nuove scuse per giustificare il fallimento della direzione aziendale tenuta sino ad oggi in Italia. Prima la Fiom, a seguire i lavoratori, i Tribunali, la sinistra, l'instabilità istituzionale e oggi addirittura l'uscita dall'euro.

La verità è che sul piano industriale Fiat vende sempre meno auto; l'anno scorso non si sono raggiunte le 400mila vetture e nei primi due mesi del 2013 le immatricolazioni sono calate del 16,8% rispetto allo scorso anno. La conseguenza diretta sono più di 50 milioni di ore di Cassa integrazione solo lo scorso anno.

Nei fatti al centro degli sforzi dell'amministratore delegato di Fiat c'è l'interesse della proprietà a mantenere la liquidità per la scalata al “tesoretto” Chrysler, nonostante le agenzie di rating internazionale abbassano di verifica in verifica il voto sulla credibilità del Gruppo.

Nei tre anni trascorsi dall'uscita dal Contratto nazionale, la Fiat ha di fatto aumentato l’orario, i ritmi e i carichi di lavoro e ad oggi nessun accordo è stato raggiunto sul rinnovo del Ccsl con le organizzazioni sindacali complici su salario e premio. Mentre per migliaia di lavoratori in cassa integrazione Fiat non prevede nessuna integrazione del reddito.

La Volkswagen, nel frattempo, ha ridotto la retribuzione del management, erogato 7.200 euro di premio ai suoi lavoratori e aumentato gli occupati.

La Fiat ha dato 9 milioni di premio all’amministratore delegato, zero euro – ad oggi – ai suoi lavoratori, di cui alcune migliaia sono stati licenziati.

Contano i fatti, non le parole!

La Fiom-Cgil chiede che le Istituzioni facciano rispettare le leggi, le sentenze e la democrazia alla Fiat e che convochino un tavolo nazionale per il piano industriale e il futuro occupazionale di tutti gli stabilimenti Fiat, dell'indotto e della componentistica.

Roma, 5 marzo 2013
www.fiom.cgil.it