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sabato 13 novembre 2010

A Pomigliano nasce la fabbrica senza Fiom

TORINO - Una fabbrica senza la Fiom. Questa sarà la nuova Pomigliano nelle intenzioni degli esperti che il Lingotto ha contattato in queste settimane per disegnare il nuovo contratto di lavoro della fabbrica in cui si costruirà la Panda. Nel giorno in cui incontra i vertici Volkswagen per la cerimonia di laurea ad honorem a Giorgetto Giugiaro, Sergio Marchionne conferma che non intende cedere l' Alfa Romeo ai tedeschi («è un loro sogno») e ripete il suo duro giudizio sui metalmeccanici della Cgil: «A quello che dice la Fiom non rispondo più, non ne vale la pena». Poi annuncia che «per discutere il futuro di Mirafiori noi siamo pronti da mesi» ed apprezza i risultati di un questionario diffuso nei giorni scorsi da Fim, Uilm, Fimsic e l' associazione dei capi Fiat. Secondo i promotori del questionario infatti «la schiacciante maggioranza dei lavoratori di Mirafiori sarebbe disposta a replicare a Torino il modello Pomigliano». Nella fabbrica campana la defiommizzazione è già allo studio. Naturalmente non si potrà impedire ai dipendenti della newco di iscriversi al sindacato che preferiscono ma si potrà impedire a quel sindacato di avere delegati in fabbrica. E' questo, forse,è uno dei motivi principali per cui è stata immaginata la newco che non farà parte di Confindustria. La presenza dei delegati è infatti regolata dallo Statuto dei lavoratorie dall' accordo del 23 luglio 1993 tra Confindustriae Cgil, Cisle Uil. Lo Statuto dei lavoratori dice all' articolo 19 che «rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell' ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell' unità produttiva». Nella newco di Pomigliano si applicherà il contratto nazionale dei metalmeccanici del 2009, sottoscritto da Fim, Uilm, Fismic e Ugl ma non dalla Fiom. E si applicherà anche il nuovo contratto aziendale che tradurrà l' accordo separato su Pomigliano del 15 giugno scorso. Dunque nella nuova fabbrica di Pomigliano la Fiom non sarà firmataria di alcun contratto collettivo di lavoro. Per questo non avrà diritto a presentare liste all' elezione dei delegati e dunque non avrà rappresentanti in fabbrica. I metalmeccanici della Cgil potrebbero invocare l' accordo del ' 93 che istituisce le Rsu ma quell' accordo non è valido nella nuova Pomigliano perché la newco non fa parte di Confindustria. Se, come molti prevedono, la Fiat proporrà una newco per ogni stabilimento a partire da Mirafiori, e se, come è probabile, si arriverà ad altrettanti accordi separati, è chiaro che in pochi mesi tutti gli stabilimenti italiani potrebbero essere defiomizzati. «La Fiat continua a rincorrere ulteriori rotture tra i sindacati finendo per creare problemi a tutti invece di risolverli», dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Il rischio è che di questo passo ogni azienda si scelga il sindacato che preferisce. Un argine potrebbe venire dal nuovo Statuto dei lavori che ieri il ministro Sacconi ha inviato in bozza alle parti sociali: «Ho scelto questa strada ha detto Sacconi - perché mi auguro che le parti sociali trovino un avviso comune tra di loro». La questione della rappresentanza nelle fabbriche Fiat come l' intero piano di Marchionne saranno gli argomenti che si discuteranno giovedì prossimo nell' incontro dei sindacati con il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani. - PAOLO GRISERI