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lunedì 8 aprile 2013

NON POSSIAMO PIU' ASPETTARE, IL 18 MAGGIO MANIFESTIAMO A ROMA


di Michele di Palma, coordinatore nazionale Fiom del gruppo Fiat
Una settimana fa abbiamo tenuto una assemblea in sciopero, perché è impedito alla Fiom Cgil tenere assemblee dentro gli stabilimenti del gruppo Fiat, alla CNH di Jesi. Dentro la fabbrica le linee ferme, fuori ci siamo trovati con 400 metalmeccaniche e metalmeccanici dei due turni a discutere. Rabbia gridata nel microfono e incredulità raccontata a bassa voce nei capannelli contro il muro di solitudine che la crisi e le politiche di austerità hanno eretto intorno a ciascuno. Per rompere la solitudine quegli operai han fatto sciopero, perché gli è impedita la possibilità di partecipare alla vita democratica dentro e sempre più anche fuori dalla fabbrica.
Stessa regione a pochi giorni di distanza tre suicidi con un parente delle vittime che dichiara che ad averli uccisi è stata la dignità. Può essere la dignità ad uccidere? Oppure è la solitudine, che ti paralizza giorno dopo giorno come in un progressivo assideramento, perché pensi che la tua situazione è colpa tua che non sei stato capace di resistere alla crisi che riempiva giorno dopo giorno la stanza chiusa della porta di casa e continuavi a pensare che ce la potevi fare che dipendeva solo da te, che sarebbe bastato galleggiare per tornare a nuotare. Fuori tutto è troppo più grande ed inafferrabile: le scelte politiche del Governo, il "pilota automatico" della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, le imprese che chiedono soldi e scappano. La buca della posta che si riempie di lettere di bollette e avvisi di mora mentre le scuole perdono pezzi, gli ospedali chiudono, partiti e sindacati sono sempre più ricordi lontani.
Civitanova è per un giorno la capitale dell'Europa nei tempi della crisi, domani la candela passerà ad un altro quartiere di Atene, Barcellona, Parigi o Londra ed assisteremo ancora al rituale dei volti affranti di membri di Governo che provano dolore. A chi ha la responsabilità di decidere, oltre ai sentimenti, sono chieste scelte, decisioni, provvedimenti conseguenti. Perché mentre in Parlamento ci si alterna al gioco del "gatto col topo" per poi passare a "indovina chi?", mentre le imprese giocano al monopoli globale, fuori non c'è più tempo.
Non hanno più tempo quel'80% di persone che saltano da un contratto precario ad un altro senza reti sotto, non han più tempo i metalmeccanici dell'automotive che in 220 mila rischiano di non avere più un lavoro, non han più tempo i precari della scuola, non han più tempo operai e cittadini di Taranto, non han più tempo il 40% di giovani disoccupati, non ha più tempo i lavoratori delle piccole e medie imprese, non han più tempo nonni e nonne per strada con una pensione che non basta a pagare l'affitto, non han più tempo impiegati, addetti alla ricerca delle imprese dell'informatica e delle energie alternative, non han più tempo gli operai Fiat che pur avendo avuto ragione dalle sentenze sono ancora fuori dal cancello insieme a tutti quelli in cassa integrazione per milioni di ore in un anno, non han più tempo i cittadini che hanno votato un referendum sull'acqua, quelli che difendono la Val Susa: non c'è più tempo di aspettare. La portata della crisi non è arginabile con un po di cassa integrazione in deroga (che pure serve) e il pagamento dei debiti dello Stato (senza aumentare le tasse).
Siccome non possiamo più aspettare nei prossimi giorni la Fiom Cgil terrà assemblee dentro e fuori le fabbriche, con operai e cittadini, movimenti e associazioni al fine chiedere subito cinque azioni contro la crisi. A cominciare dal fatto che debbono cessare le chiusure degli stabilimenti ed investire risorse pubbliche e private nella ricerca. Cancellare la detassazione degli straordinari e della flessibilità ed invece usare risorse pubbliche per aumentare la base occupazionale riducendo l'orario di lavoro coi contratti di solidarietà difensivi per impedire i licenziamenti e espansivi per trasformare i contratti atipici in contratti stabili. Contro il ricatto della inoccupazione e della disoccupazione c'è bisogno di un reddito, il cui finanziamento venga dalla fiscalità generale (come in tutta Europa) e che i minimi contrattuali siano inderogabili per Legge.
Queste proposte si reggono su un punto che riguarda la vita civile e democratica del Paese: la democrazia. L'autonomia e l'indipendenza dei metalmeccanici iscritti alla Fiom Cgil è sotto un attacco violento delle controparti a partire dalla Fiat: le discriminazioni nei confronti del maggiore sindacato si moltiplicano giorno dopo giorno. Assemblee negate, delegati non riconosciuti dalle imprese, licenziamenti discriminatori, tutto accade nell'indifferenza, ma alla democrazia non si può tappare la bocca per troppo tempo. I metalmeccanici, come i cittadini, come i giovani non possono più aspettare per questa ragione a Roma il 18 maggio la manifestazione nazionale sarà solo l'inizio.

18 commenti:

  1. domanda. Fim, Uilm e i sindacati confederali: che fanno?

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  2. Quello che dovrebbe fare la fiom fare accordi cosa che non fa piu da qualche tempo.

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    1. i risultati dei vostri accordi a me pare siano sotto gli occhi di tutti. 1 milione di posti di lavoro persi solo l'anno scorso, per non parlare del salario e dei diritti, o magari dei giovani. chissà, forse è il caso di cambiare strategia politico sindacale? o magari che il sindacato torni a fare quello che ha sempre fatto? magari a lottare? ti risulta che la crisi la stanno pagando tutta le fasce più deboli? ma no, avanti così a fare la stampella dei padroni...

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  3. Scusa la perdita dei posti di lavoro tu la dai a fim e uilm? Forse la colpa va data piu al governo. I nostri accordi nonostante voi non siate d'accordo ancora tengono le fabbriche in italia e aperte nonostante la crisi .ve la prendete sempre con fim e uilm non vi rendete conto che state scomparendo nonostante gli accordi politici che avete fatto in campagna elettorale pre cambiare le regole che non vi piacciono piu?

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  4. Premesso che la Fiom non avrebbe mai accettato un sistema di regole sindacali che esclude l'articolo.39 della Costituzione dalle fabbriche: "l'organizzazione sindacale è libera" dice il primo comma. E che voi volutamente avete accettato, cosa non da poco, e non tanto per la Fiom ma per i lavoratori in generale. La questione è: il sindacato difende bene i diritti e la condizione di vita dei lavoratori? Le strategie che mette in campo e i temi che pone, sono adeguate rispetto a quanto sta accadendo? A noi pare che serve una riflessione di questo tipo e che oggi le grandi confederazioni non hanno dato una risposta all'altezza di quello che accade, CGIL compresa. Idem per la politica che ga lasciato soli i lavoratori. Per fare un esempio, 3 ore di sciopero contro la riforma delle pensioni, che non permette l'ingresso dei giovani al lavoro e allo stesso tempo manda i vecchi in pensione a 70 anni, con 1 milione di posti di lavoro persi, ci dicono che il sindacato ha fatto quello che doveva fare? In ultimo, Se fabbrica Italia non esiste più, lo dice Marchionne, quali fabbriche avete salvato oggi nel gruppo? togliere il pagamento della malattia a chi sta male, è servito a far ripartire la Fiat? Pomigliano non è stata un'eccezione come avete provato a raccontarci. Ha significato un peggioramento più complessivo della condizione di chi lavora con grande responsabilità di Fim e Uilm. Prova a riflettere di tutto questo.

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  5. In campagna elettorale la fiom non ha fatto nessun accordo politico, e chi sta per scomparire lasciamolo per favore decidere ai lavoratori. Lo so che assieme a Fiat avete tanto a cuore il problema di eliminarci, ma a vedere le ultime assemblee in fabbrica quelli che non hanno più un minimo di credibilità a me pare siete voi. E continuo a chiedere, se pensate di avere tante ragioni a vostro favore: perché non fate votare i lavoratori su quello che firmate? Io penso che se un giorno chi lavora avrà la possibilità di decidere democraticamente del suo destino, scomparirete dalla faccia della terra. Chi vuole costruire consensi coltivando la paura e l'autoritarismo, prima e poi chi lavora glie la fa pagare. soprattutto se ad ogni giro di ruota chiedi rinuncie e sacrifici ad una parte, e guadagna ad un'altra. tanti auguri.

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  6. Ma avete ancora il coraggio di parlare voi?Siete servi del padrone che dicono sempre si,Pomigliano è la prova lampante del vostro servilismo,avete accettato un RICATTO chiamato referundum,2 stabilimenti hanno deciso(o dici si o vai a casa....) per tutti i lavoratori del gruppo,non fate votare gli"accordi"(che firmate in bianco....),in assemblea non dite una parola,firmate un accordo a perdere dove un lavoratore deve star male quando lo dite voi,e i vostri delegati però non perdono un euro se stanno a casa a farsi i cazzi loro,e vi dichiarate ancora un sindacato?Dovete solo vergognarvi,e non ce la farete a mai a distruggere la FIOM,che sicuramente in passato ha fatto degli errori ma almeno ha fatto sempre votare gli accordi e non ha mai firmato per perdere salario.

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  7. No infatti non fa perdere salario ma neanche te lo porta visto l'andamento degli ultimi anni,in quanto ai delegati fim e uilm che stanno a casa a farsi i cazzi loro quelli della fiom quando ancora erano dentro invece con i permessi dove andavano a fare i cazzi di fim e uilm?????????????

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  8. loro le mani non se le sporcano mai e la colpa è sempre degli altri non rispondetegli più tanto hanno sempre ragione loro.

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    1. complimenti per le straordinarie argomentazioni. le solite frasi fatte e propagandate in perfetto stile Fim e Uilm. un bel modo per non affrontare nessuno dei problemi che hanno i lavoratori e di quanto emerso dalle assemblee. con però un grande problema: che non ci crede più nessuno.

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  9. La ragione è la vostra, portate qualcosa a casa allora.

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  10. Sei un disco rotto. Beato te che sei convinto di aver portato a casa qualcosa. Guardati intorno; abbiamo meno soldi e il sindacato dentro le la nostra fabbrica conta come il due di bastone, al gioco della briscola quando comanda spada.

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  11. Giustamente mi guardo intorno e non vedo fabbriche che chiudono per colpa del sindacato compiacente come dici tù ma per fattori diversi,invece per voi la colpa è tutta del sindacato che prova a far restare le aziende aperte.bravi voi che contate di più a briscola continuate a non fare nulla.

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    1. ma una volta tanto, non è che ci potresti risparmiare questa rottura di coglioni ripetuta e piagnucolosa che avresti salvato chissà quali fabbriche? non ti viene nemmeno un po' di vergogna per aver permesso a fiat di rubare i soldi dal salario di chi si ammala?

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    2. L'unica cosa che avete salvato è il vostro culo...

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  12. Per non far chiudere o non chiudere le fabbriche, non c'è bisogno di sindacati compiacenti. Sai benissimo che avere sempre meno diritti e meno salario non implica il mantenimento del posto di lavoro. Nel mondo ci sono tanti paesi dove il diritto, le tutele per i lavoratori sono cosa sconosciuta." li si che le fabbriche le aprono! Beati loro?" Non prendiamoli ad esempio, cerchiamo di cambiare strada. La strada dell'accontentarsi ci porta diritto al nulla.

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  13. Invece la strada di dire no a tutto dove ci ha portato e dove ci porterà?

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  14. Tutte queste sante ragioni che hanno permesso l'emancipazione della classe operaia, illustre collega, c'è le spieghi all'assemblea lunedì?

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