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venerdì 14 dicembre 2012

COSE MAI VISTE!


Oggi alla CNH Italia di Jesi si è assistito all’ennesimo atto della Fiat di limitare la democrazia dei lavoratori, quasi un atto di regime. Infatti durante le 2 assemblee retribuite convocate dalla FIM CISL per illustrare lo stato di avanzamento della trattativa con Fiat per il rinnovo del CCSL, davanti ai cancelli dello stabilimento jesino stazionavano ben 4 auto della polizia.

Una cosa mai vista prima, mentre all’interno si dovrebbe tenere un assemblea retribuita che coinvolge tutte le maestranze del sito jesino e che rappresenta il massimo simbolo della democrazia nei posti di lavoro, in quanto permette di discutere liberamente su tematiche di interesse sindacale e del lavoro (diritto sancito dallo statuto dei lavoratori e anche dalla costituzione), qualcuno ha pensato di lanciare un messaggio “diverso” quasi a dire: “occhio a quello che dici durante l’assemblea che fuori ci sono i poliziotti”. Sicuramente un episodio a dir poco spiacevole al quale l’azienda dovrà rispondere in maniera ufficiale.

Non è mai successo in alcuna azienda del territorio una cosa così grave, tanto più che non ci sono in atto ne conflitti ne situazioni interne tali da poter configurare una situazione in cui sia necessario chiedere l’intervento delle forze pubbliche durante un assemblea.

Tale fatto comunque denota ancora di più lo stato di sbandamento della Fiat di fronte ad una situazione del paese in cui l’unico obiettivo e quello di ridurre i diritti e limitare il loro esercizio.

Jesi, 14 Dicembre 2012
                       p. la segreteria FIOM CGIL Ancona

3 commenti:

  1. Quello che sta accadendo ai lavoratori della Fiat è una vera e propria vergogna di questo Paese...

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  2. Bisognerebbe che la Fiom chieda conto e spiegazioni a chi gestisce l'ordine pubblico in città del motivo dell'utilizzo delle auto della polizia davanti ai cancelli CNH e non in prevenzione dei reati che sempre più frequentemente assistiamo nella nostra città,vedi furti negli appartamenti anche in pieno giorno.

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  3. Occhio che la repressione, lo si è visto con gli studenti e con gli operai dall'ALCOA, è indispensabile al pensiero unico di cui la CISL è eroico portabandiera. Anche quando è solo velata minaccia.

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