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venerdì 24 febbraio 2012


SENZA DIRITTI
I lavoratori della Fiat Trattori scrivono alla città di Jesi

Cittadine e cittadini,
dal 1 Gennaio di quest'anno con un accordo capestro che distrugge il contratto
nazionale di lavoro, Fiat nega ai suoi dipendenti libertà sindacali e diritti sanciti dalla
Costituzione Italiana riportando di fatto i rapporti di lavoro dentro la fabbrica a
tempi che parevano oramai lontani.

Viene così impedito a chi lavora di scegliersi liberamente l'organizzazione sindacale
alla quale aderire, di eleggere i propri rappresentanti, di votare gli accordi e i contratti
che li riguardano. Si mette in discussione il diritto di sciopero e la tutela del
pagamento della malattia. Gravissimo è inoltre l'atto con cui si cancella dalla
rappresentanza in fabbrica la Fiom Cgil che con il 52% dei consensi è il sindacato più
rappresentativo tra i lavoratori. Con le nuove regole paradossalmente è Fiat che
decide chi fa sindacato in fabbrica, non i lavoratori.

Eppure Pomigliano doveva essere “un eccezione”. Così ci avevano detto. Di certo c'è
invece che la crisi e le ricette che ci propongono per uscirne, oltre ad aumentare la
disoccupazione e la precarietà mettono in moto pratiche autoritarie dentro ai luoghi di lavoro
dove a farne le spese troppo spesso sono la democrazia e i diritti. Negando così a chi
lavora la possibilità di poter scegliere e di poter decidere della loro condizione. Ciò
che rimane non è lavoro, ma mero sfruttamento.

In aggiunta va detto che tutto ciò avviene nel più totale silenzio di una Politica
nazionale e locale che non sa più rappresentare il Lavoro, e di una Informazione che
troppo spesso decide di non raccontarlo. A Marchionne in troppi hanno deciso a
priori di non chieder conto di nulla, lasciando così soli gli operai al ricatto dirittilavoro.

Per tutto questo la lotta dei lavoratori della Fiat a cominciare dallo sciopero generale
indetto dalla Fiom con manifestazione a Roma “Democrazia al lavoro” del 9 Marzo
prossimo assume una importanza decisiva per salvare non solo la dignità di chi lavora
in Fiat, ma la Democrazia nel Paese.

In ultimo chiediamo a chi vorrà farlo, di partecipare alle nostre iniziative e di
sostenerci nella campagna internazionale “Io voglio la Fiom in Fiat” per le libertà
sindacali e i diritti nelle fabbriche Fiat. http://www.fom.cgil.it/sottoscrizione/default.htm.

                                 
Le lavoratrici e i lavoratori Fiom della Fiat Cnh di Jesi
                          http://fom-rsufomjesi.blogspot.com/

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