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sabato 29 ottobre 2011


Ulteriore gravissimo attacco 
del Governo ai diritti dei lavoratori 
e delle lavoratrici 
     
Una ragione in più per partecipare  
 alle iniziative di sciopero decise dalla Fiom 

Dopo aver introdotto l’art.8  nella manovra finanziaria,  che cancella il diritto del 
lavoro e il Contratto nazionale, che permette alla Fiat di uscire dal Contratto 
nazionale e di applicare in tutto il Gruppo  l’accordo antisindacale di Pomigliano,  
l’attacco ai lavoratori continua con il via  libera ai licenziamenti dato dal Governo e 
approvato dall’Europa. 
Drammaticamente si continua a perseguire la strada di colpire il lavoro e i 
lavoratori e le lavoratrici dando la libertà alle imprese di licenziare annullando 
lo statuto dei lavoratori, e colpendo in modo particolare le donne con 
l’innalzamento dell’età pensionabile. 
La lettera  all’Europa invece  di individuare misure per la crescita e lo sviluppo, 
contiene dichiarazioni di intenti, ma la cosa più grave è che  va  a colpire coloro che 
sono più deboli, che  più soffrono la crisi e che da sempre sostengono l’economia 
di questo paese. 
La Fiom all’assemblea di Cervia ha proclamato 8 ore di sciopero contro l’art.8, 
contro la manovra del Governo per affermare la democrazia nei luoghi di lavoro e 
difendere i diritti. 
La decisione del Governo di dare via libera  ai licenziamenti si colloca in questo 
quadro devastante per la vita delle persone e costituisce una ragione in più per 
scioperare. 
Nel corso di queste settimane si sono già svolti scioperi e mobilitazioni nazionali 
come lo sciopero e la manifestazione a Roma del Gruppo Fiat e di Fincantieri del 
21 ottobre e scioperi territoriali e regionali. Venerdì 4 novembre tutta la Lombardia 
sarà in sciopero con manifestazione a Milano. 

Bisogna intensificare le iniziative e far sentire la nostra voce per impedire che 
questo Governo porti al massacro il  nostro paese e scarichi le sue 
responsabilità sui lavoratori e sulle lavoratrici. 

E sull’insieme di queste questioni, per la cancellazione dell’art. 8, 
per impedire i licenziamenti, per una democrazia esigibile nei 
luoghi di lavoro che superi la pratica degli accordi separati,  
è necessario che la Cgil prosegua la mobilitazione fino a 
proclamare lo sciopero generale. 

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