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martedì 17 dicembre 2013

COMUNICATO SINDACALE


La RSA della Fiom Cgil giudica inaccettabile e antisindacale l'atteggiamento tenuto dalla Direzione Aziendale nei confronti dei lavoratori della linea TK in officina 1 , colpevoli secondo l'azienda, di aver scioperato giovedì 12 Dicembre. Quegli stessi lavoratori, sulla cui linea il sabato seguente Fiat ha comandato lo straordinario produttivo, sono stati fatti restare a casa tutti, e sostituiti con altri lavoratori dell' officina 2 che da mesi non lavoravano più su quelle postazioni.

Invece che mettere in campo politiche antisindacali contro lavoratori che liberamente esercitano un loro diritto sancito dalla Costituzione, sarebbe ora che questa Azienda cominciasse a preoccuparsi di come far meglio i trattori, visto il calo di immagine dello stabilimento avutosi negli ultimi anni.

Ancora meglio sarebbe se all'interno della fabbrica si iniziassero a premiare le competenze o le capacità di chi lavora, piuttosto che la fedeltà aziendale o la parentela. Magari ci sarebbero meno incompleti sui piazzali.

Alla stessa maniera la Rsa della Fiom Cgil contesta le postazioni 1-3 e 4 della linea C2 delle Cabine perché contenenti tempi e mansioni che spaccano le schiene di chi ci lavora. 
Chiediamo un incontro in merito e interventi dei preposti aziendali sull'organizzazione del lavoro, capaci di impedire danni irreparabili al fsico delle persone che ci lavorano.

Informiamo i lavoratori che nei prossimi mesi ci renderemo disponibili ad affrontare un tema, quello della condizione di lavoro sulle linee, su cui nessuna della Rsa frmataria da due anni dice una sola parola.

Jesi, 17 Dicembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil


venerdì 13 dicembre 2013

ROMA, 12 DICEMBRE 2013

UN GRANDE GRAZIE AI LAVORATORI DELLA CNH DI JESI CHE NON HANNO MAI SMESSO DI LOTTARE 

martedì 10 dicembre 2013

GIOVEDI' 12 DICEMBRE, SCIOPERO DI 8 ORE


Mercoledì 11 e Giovedì 12 Dicembre la Fiom Nazionale ha indetto due giorni di mobilitazione no stop a Roma davanti Palazzo Chigi, contro lo smantellamento oggi in atto in tutti i maggiori gruppi industriali del Paese.

Fiat, Indesit, Electrolux, Ilva, Ansaldo o Fincantieri per citarne alcuni, stanno privatizzando o portando le produzioni all'estero mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. 

Dall'informatica alla siderurgia, passando per il settore metalmeccanico, viene messo in discussione l'intero sistema industriale del Paese.

Il tutto sotto gli occhi di un governo incapace di attuare una politica industriale che in Italia manca da vent'anni.

C'entra qualcosa la Cnh di Jesi in tutto questo? C'entra e anche molto.

Se Fiat investe meno in Italia, nell'auto come nei camion o nei trattori, se la testa dell'azienda come le produzioni vengono destinate sempre più fuori dall'Italia, prima o poi ricadute in termini di perdita di posti di lavoro potrebbero aversi anche nel nostro stabilimento. Tra l'altro i numeri annunciati dall'azienda per il prossimo anno lasciano tutt'altro che tranquilli.

Per questo crediamo che come per la Fiat e lo stesso per gli altri settori industriali, serva oggi più che mai un intervento del governo capace di rimettere al centro dell'agenda politica e istituzionale la difesa del lavoro e le politiche industriali. 

Chiederemo che vengano stanziati soldi pubblici per le aziende che non licenziano e che mantengono le produzioni in Italia, che vengano rifinanziati gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà, che non si avviino le privatizzazioni del patrimonio industriale pubblico che tanti danni hanno prodotto in passato.

ADERISCI ALLO SCIOPERO 
DIFENDI IL LAVORO
PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE A ROMA
partenza in pullman da Porta Valle alle ore 4.15 per Roma

La Rsa della Fiom Cgil

venerdì 6 dicembre 2013


La Fiom dà il suo ultimo saluto a Nelson Mandela 
Non dimenticheremo mai il tuo esempio nella lotta per la libertà, i diritti, la dignità dell'uomo.
Nei momenti difficili della nostra azione e delle nostre lotte terremo a mente le tue parole:
un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”
 
Ciao Madiba

lunedì 2 dicembre 2013

INCONTRO DEL 29 NOVEMBRE


La RSA della Fiom Cgil rende noto ai lavoratori l'esito dell'incontro avutosi in data 29 Novembre (separatamente da Fim e Uilm) con Fiat Cnh Jesi.

Nella seconda settimana di Dicembre sarà fissato un incontro tra Fiat e Fiom alla presenza anche delle strutture esterne, inerente la missione produttiva dello stabilimento (prodotti, investimenti, occupazione) e i rapporti sindacali tra la nostra organizzazione sindacale e l'Azienda a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, sia a livello di stabilimento che nazionale.

La produzione complessiva di quest'anno si attesterà a 25.000 trattori prodotti, l'obiettivo previsto per il 2014 è quello delle 22.000 macchine. Stabile resterà la produzione al reparto cabine, in leggero aumento quella relativa alle trasmissioni.

La forza lavoro dello stabilimento è ad oggi costituita da 805 operai, 80 impiegati, 15 indiretti, per un totale di 900 persone. A queste vanno aggiunti i 37 lavoratori in distacco da Valle Ufita che resteranno in forza a Jesi fino al 31 Dicembre, e su cui la Direzione starebbe valutando il trasferimento di alcuni di loro. Per ciò che riguarda i lavoratori interinali mandati a casa a Settembre, ci è stato ribadito che ad oggi i volumi produttivi non consentono un loro rientro.

Stando ai numeri attuali, l'Azienda ha escluso per il prossimo anno il ricorso a procedure di Cassa Integrazione sia ordinaria che straordinaria.

La Rsa della Fiom Cgil ha inoltre fatto richiesta di risolvere il pessimo stato dei bagni dello stabilimento come del tetto della fabbrica, che oltre a fare acqua da tutte le parti, necessita soprattutto in officina 1 di verifica, perché vecchio e contenente eternit, seppur bonificato anni addietro.

La tredicesima mensilità sarà erogata ai lavoratori nella settimana che va a partire dal 16 Dicembre.

In ultimo avvisiamo i lavoratori che per venerdì 6 Dicembre la Fiom Cgil ha fatto richiesta all'azienda dell'ora di assemblea retribuita spettante alla nostra organizzazione. L'assemblea vedrà la presenza del coordinatore nazionale Gruppo Fiat Michele di Palma e del segretario regionale Giuseppe Ciarrocchi. Discuteremo dello stato del gruppo, della carta rivendicativa che proporremo a Fiat, dello sciopero con manifestazione a Roma indetto dalla Fiom per il 12 Dicembre contro i licenziamenti, e per rivendicare al governo scelte di politica industriale capaci di impedire le chiusure e i licenziamenti oggi in atto nei più importanti gruppi industriali italiani, a cominciare da quello della Fiat.

Su quanto riportato sopra, la Fiom Cgil si riserva di fare una valutazione più complessiva dopo l'incontro con Fiat previsto per il mese di dicembre.

Jesi, 2 Dicembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil

domenica 24 novembre 2013

VERTENZA NAZIONALE FIAT E CNH




IPOTESI di CARTA RIVENDICATIVA
della FIOM - CGIL
per la VERTENZA NAZIONALE
nel GRUPPO FIAT e CNH INDUSTRIAL




Novembre 2013


  (clicca sopra il pdf)

giovedì 14 novembre 2013

CHIUSURA NATALIZIA


La Rsa della Fiom Cgil informa le lavoratrici e i lavoratori che nell'incontro avutosi ieri l'altro con Fiat, è stato comunicato (chiaramente a cose già fatte con Fim e Uilm il giorno prima) quanto segue.

Per la chiusura natalizia la produzione resterà ferma dal giorno 23 Dicembre 2013 al 6 Gennaio 2014.

L'azienda si è detta disponibile, dietro richiesta del singolo lavoratore al caposquadra, ad anticipare fno a tre Par del 2014, per coloro che non hanno la copertura dei 5 giorni di chiusura necessari a Dicembre. Sempre con i Par, e per tutti, saranno coperti i 2 giorni dell'anno nuovo.

L'altra cosa che ci è stata comunicata, è che a partire dal prossimo anno i lavoratori potranno usufruire singolarmente di Par e ferie solo se mensilmente maturati, e non invece come si è sempre fatto fno ad oggi, in relazione al totale spettante ad ogni dipendente sull'intero anno lavorativo (104 ore di Par, 160 ore di ferie).

Dal nostro punto di vista una scelta sbagliata, che manifesta la volontà di Fiat di subordinare sempre più l'utilizzo dei permessi annui retribuiti dei lavoratori, alle esigenze produttive dello stabilimento (mancanza di materiali, particolari eventi climatici...).

Rispetto ai volumi produttivi l'azienda ha dichiarato di non essere ancora in condizione di dare risposte di alcun tipo. Ha solo fatto cenno ad un ulteriore calo di trattori per la fne di Novembre, secondo cui la produzione giornaliera dovrebbe attestarsi sulle 104 macchine al giorno.

Jesi, 14 Novembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil

lunedì 11 novembre 2013

SCIOPERO DI 4 ORE


La Rsa della Fiom Cgil della Cnh di Jesi informa le lavoratrici e i lavoratori, che vista l'impossibilità con sole quattro ore di raggiungere Fabriano, lo sciopero deciso unitariamente da Cgil Cisl e Uil per venerdì 15 Novembre, sarà da tenersi le ultime 4 ore di ogni turno lavorativo.
Detto ciò riteniamo utile fare alcune considerazioni.

Sono anni che banche, governi e imprese, chiedono sacrifici ai lavoratori con la promessa di una ripresa economica che non arriva mai. Anni in cui ci hanno raccontato che gli unici ingredienti per ripartire erano le politiche di austerità, sulla società come sul lavoro.

I risultati di quelle scelte sono oggi sotto gli occhi di tutti: l'economia italiana è tra quelle messe peggio in tutta Europa, ed è a rischio un intero sistema industriale; sono aumentate in maniera irragionevole le disuguaglianze, le povertà, e chi cerca un lavoro continua a non trovarlo.

Oggi come non mai crediamo serva voltare pagina, redistribuendo il lavoro e la ricchezza prodotta. Ma per fare questo occorrerebbe abbassare gli orari, cancellare la riforma pensionistica che porta i requisiti a 67 anni, cambiare le leggi che hanno favorito la precarietà nel lavoro come nelle vite, inserire forme di reddito, tassando magari quel 10% degli italiani che detiene la metà della ricchezza di questo Paese.

Di tutto questo, all'interno della piattaforma confederale non c'è che una flebile traccia. La risposta messa in campo dai tre segretari generali a noi pare con pochi contenuti, poco convinta (lo dimostra sia le ore di sciopero, che la sua articolazione), insomma non all'altezza dei problemi che hanno in questa fase le lavoratrici e i lavoratori.

Questa critica seppur con le differenze dovute, crediamo debba essere rivolta anche al nostro segretario generale Susanna Camusso, al quale chiediamo di cambiare passo, pena diventare come Cisl e Uil, cosa che non ci augureremmo mai.

L'altra considerazione è sull' impraticabilità dell'unità sindacale all'interno degli stabilimenti del gruppo Fiat. Occorre notare che nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, l'atteggiamento di Fim e Uilm nei nostri confronti, non è in nessuna maniera cambiato. Appena due mesi fa a Torino, hanno infatti sottoscritto con l'Azienda un accordo dove ribadiscono la loro assoluta indisponibilità a far partecipare la nostra organizzazione al rinnovo contrattuale prossimo, e dove si dichiarano disposti a difendere l'azienda addirittura fin nei tribunali.

Resta inoltre il fatto, che mentre a livello interconfederale vengono sottoscritti accordi in cui i lavoratori votano i contratti e democraticamente eleggono i loro rappresentanti sindacali: la stessa cosa e da quelle stesse organizzazioni sindacali, viene impedita in Fiat.

Nonostante ciò, pensiamo che le scelte del governo in materia economica vadano cambiate, e che il modo migliore per non essere d'accordo è quello di scioperare.

Jesi, 11 novembre 2013  La Rsa della Fiom Cgil

lunedì 4 novembre 2013

RISPOSTE


Se c'è una questione che preoccupa dal primo all'ultimo lavoratore dello stabilimento Cnh di Jesi, è quella di capire quali scelte produttive farà questa Azienda da qui a breve, come nel prossimo futuro.

Da troppo tempo in fabbrica stanno venendo fuori segnali preoccupanti che non fanno altro che alimentare il clima di incertezza rispetto al nostro futuro produttivo. Vediamo quali sono.

Non passa giorno che nelle offcine come negli uffci non si rincorrono voci di ogni sorta su possibili ristrutturazioni, commesse spostate, commissariamenti della direzione aziendale, problemi di ogni tipo con i fornitori e per non farci mancare nulla, addirittura la fnanza.

L'uscita dei lavoratori interinali, la riduzione delle trasferte in forza a Jesi, i pensionamenti a cui da troppo tempo non fanno seguito le assunzioni, ci dicono che lo stabilimento di Jesi ha perso in questi anni posti di lavoro. Un dato preoccupante, a cui fa seguito il calo della produzione deciso in questi giorni dall'azienda.

Sono mesi che l'organizzazione del lavoro fa acqua da più parti, sia in termini di qualità della produzione che in quelli di un peggioramento della condizione di chi lavora sulle linee di montaggio. Troppi i trattori incompleti costantemente fermi sui piazzali e troppi i soldi buttati con gli straordinari per recuperarli.
L'impressione è che siamo costantemente in una situazione di emergenza produttiva, vuoi per i fornitori, vuoi per i materiali che non si trovano, vuoi per la rigidità dell'organizzazione del lavoro costruita in questi anni, che non permette a reparti come le trasmissioni o le cabine di far fronte al fabbisogno giornaliero dei trattori in offcina 2. Il risultato sono quei 4 punti tolti allo stabilimento nell'ultimo Audit.

Fiat ha dato inizio qualche mese fa alla costruzione del secondo stabilimento di trattori in Turchia che per quel che si sa, avrà all'incirca la stessa missione produttiva dello stabilimento di Jesi. Scelta che preoccupa, visto come già in passato produzioni siano state collocate ad Ankara piuttosto che a Jesi.

Dall'incontro richiesto a Fiat nei giorni scorsi, la Fiom Cgil ritiene estremamente importante capire quali scelte, quali investimenti e quali prodotti saranno destinati al sito produttivo di Jesi; oltre al fatto di sapere se i cali produttivi e occupazionali odierni rappresentano qualcosa di momentaneo o diversamente di strutturale, così da mettere a rischio altri posti di lavoro.

Nel frattempo riteniamo assolutamente necessario aprire sin da subito una discussione con tutti i lavoratori utilizzando le tante ore di assemblee retribuite rimaste (sono 5 e mezzo). Invitiamo pertanto la Rsa frmataria a farne richiesta.

Jesi, 5 Novembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil

domenica 27 ottobre 2013

GRUPPO FIAT


Assemblea nazionale delegate e delegati Fiom-Cgil Gruppo Fiat e Cnh Industrial
Torino, 25-26 ottobre 2013
DOCUMENTO CONCLUSIVO

L’Assemblea delle delegate e dei delegati del Gruppo Fiat e Cnh Industrial, assume e approva la relazione di apertura e le conclusioni dei lavori e assume le proposte del dibattito.

La storica sentenza della Corte Costituzionale ha permesso che si potesse tenere la nostra Assemblea nazionale, ma in questi tre anni, senza la resistenza delle delegate e dei delegati, dei nostri iscritti, oggi non saremmo qui.

La piena applicazione della sentenza della Corte Costituzionale è la base su cui cancellare ogni tipo di discriminazione e affermare la libertà e la democrazia nel gruppo Fiat e Cnh Industrial.

Si conferma, quindi, la necessità di una legge sulla rappresentanza, anche al fine di dare la piena applicazione alla sentenza e all’Accordo del 31 maggio.

L’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati denuncia il comportamento discriminatorio della Fiat e delle organizzazioni sindacali firmatarie del Ccsl che, in pieno contrasto con la sentenza della Corte, il 4 settembre hanno sancito in un accordo tra le parti, l’esclusione della Fiom-Cgil dai tavoli di trattativa, al fine di non riconoscere pari agibilità sindacali e giungendo addirittura anche all'azione in via giudiziale per la difesa del Ccsl che esclude la Fiom-Cgil.

Le azioni adottate dall’azienda contro la libertà e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori chiedono un intervento immediato del Parlamento e del Governo.

La produzione nel Gruppo Fiat in Italia diminuisce di anno in anno e sono sempre più a rischio l’occupazione di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, a partire dagli stabilimenti di Termini Imerese, Irisbus e Arese.

Gli effetti dei mancati investimenti dei Gruppi Fiat e Cnh Industrial hanno anche effetti sull’indotto e la componentistica e di conseguenza stanno mettendo in discussione ulteriori posti di lavoro.

Per queste ragioni chiediamo che la Presidenza del Consiglio impegni l’azienda ad un vero piano di investimenti per garantire la missione produttiva, salvaguardare la capacità installata e l’occupazione in tutti gli stabilimenti. Perché è nell'interesse generale del Paese non solo difendere la conoscenza, la professionalità il saper fare degli operai, dei tecnici, dei ricercatori, ma anche rilanciare un sistema industriale che si riqualifichi nella sfida mondiale sulla mobilità sostenibile.Questo per noi significa che il Governo imponga un definitivo chiarimento sul futuro del Gruppo Fiat in Italia al fine di garantire l'occupazione nel settore, anche attraverso l’apertura ad altri produttori europei e non.

Una vera difesa dell’occupazione nel Gruppo qui e ora, passa attraverso l’uso dei contratti di solidarietà che garantiscono una maggiore copertura salariale e una piena rotazione.

L’Assemblea nazionale delle delegate e delegati conferma il giudizio e le valutazioni già espresse sul Ccsl e sul sistema di relazioni sindacali in esso contenute.

La scelta della direzione aziendale del Gruppo, con il consenso delle altre organizzazioni sindacali firmatarie, di uscire dal Ccnl ha determinato l’aumento dei ritmi e delle cadenze e un peggioramento delle condizioni e della sicurezza sul posto di lavoro, oltre a una riduzione del salario.

Inoltre, il fallimento del piano Fabbrica Italia ha determinato la cancellazione degli investimenti annunciati in Italia che invece sono stati realizzati altrove.

La Fiom-Cgil è nel Gruppo Fiat e Cnh Industrial per invertire queste scelte fatte dall’impresa.

Per raggiungere gli obiettivi esposti è necessario che lavoratrici e lavoratori possano insieme discutere di una nuova iniziativa sindacale.

Proponiamo alle altre Organizzazioni sindacali di tenere assemblee per organizzare lo sciopero di Cgil, Cisl e Uil nel Gruppo Fiat.

Proponiamo alle altre Organizzazioni sindacali di andare a una nuova rielezione delle Rsu e delle Rls in tutti gli stabilimenti.

Nei prossimi giorni ci impegniamo ad aprire una consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori per condividere i contenuti di una vertenza per:
un piano di investimenti per gli stabilimenti Fiat e Cnh Industrial;
un uso degli ammortizzatori sociali utili al mantenimento dell’occupazione a partire dal contratto di solidarietà; 
formazione e riqualificazione collegata alla innovazione delle produzioni;
una verifica delle condizioni di lavoro per garantire la salute e la sicurezza; 
garantire salario fisso e integrazione per i lavoratori in cassa; 
riconquistare un vero Contratto nazionale dei metalmeccanici.

venerdì 18 ottobre 2013

RICHIESTA DI INCONTRO


Ancona, 19/10/2013

Oggetto: richiesta incontro.

Spett.le Direzione CNH Italia S.p.A. Via Agnelli 60035 Jesi
Fax 0731 200363

La presente viene inviata dalla scrivente O.S. territoriale, in nome e per conto della ns. RSA per chiedere un incontro a codesta spettabile direzione su:

relazioni sindacali e diritti sindacali a seguito della sentenza della Corte Costituzionale;
andamento produttivo e occupazionale e prospettive di mercato; situazione interinali e trasfertisti; chiusura natalizia e gestione ferie/par.

In attesa di un Vs. gradito riscontro porgiamo distinti saluti.

Il Segretario Provinciale Generale FIOM-CGIL (Giuseppe Ciarrocchi)

giovedì 10 ottobre 2013

COMUNICATO RSA FIOM CNH JESI


Nella giornata del 9 Ottobre 2013 la Rsa della Fiom Cgil ha incontrato i responsabili del personale della Cnh di Jesi. La riunione ha avuto ad oggetto l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che dà torto alla Fiat, e riassegna invece alla Fiom i diritti sindacali previsti dallo Statuto dei Lavoratori.

Dall'incontro è emerso che Fiat pur prendendo atto del nostro rientro, persisterà nell'atteggiamento discriminatorio nei nostri confronti e dei lavoratori che rappresentiamo.

Ci è stato infatti comunicato che non sarà consentito ai nostri delegati l'utilizzo della saletta sindacale storica dello stabilimento, spazio che dal punto di vista dell'azienda dovrà essere unicamente riservato ai firmatari del contratto Fiat. Quanto a noi, saremo a breve provvisti di una qualche stanza all'interno dello stabilimento, contenente un tavolo una sedia e un telefono.

In quanto alle relazioni sindacali, Fiat ha fatto capire che alla Fiom Cgil non sarà riconosciuto alcun diritto legato alla contrattazione. Senza risposta è rimasta invece la domanda rispetto al fatto se anche a noi sarà garantita l'informazione su quanto accade dentro lo stabilimento.

La Fiom Cgil ha fatto comunque richiesta a Fiat di un incontro sulle previsioni produttive e occupazionali dello stabilimento di Jesi per il 2014, sui lavoratori interinali e sulla chiusura natalizia, a cui poi vedremo come l'azienda risponderà.

Curioso è poi il fatto di come alle ripetute domande sul perchè Fiat stesse allestendo due salette sindacali, il capo del personale non è stato capace di dare una risposta che fosse una, lasciando così intendere che la scelta è dovuta non solo alla volontà di Fiat ma anche a quella delle altre organizzazioni sindacali ormai compiacenti su tutto.

Nei prossimi giorni la Rsa della Fiom Cgil, tenuto conto anche dei possibili sviluppi, valuterà assieme alle lavoratrici e ai lavoratori le decisioni da prendere in merito alle risposte forniteci dall'azienda.

Jesi, 11 Ottobre 2013 La Rsa della Fiom Cgil

martedì 1 ottobre 2013

LA FIOM RIENTRA IN FABBRICA



Dopo quasi 2 anni di esclusione della FIOM CGIL dalle aziende del Gruppo Fiat grazie alla sentenza della Corte Costituzionale ma soprattutto grazie alle lavoratrici, ai lavoratori e ai nostri delegati, che hanno costantemente creduto nella nostra lotta e nei nostri principi, oggi la Fiom rientra in tutte le fabbriche del gruppo.

In questi anni pur con la complicità delle altre organizzazioni sindacali la Fiat ha tentato di creare un clima di terrore nei confronti degli iscritti alla FIOM e dei nostri delegati. Oggi ci riprendiamo quella dignità che ci è stata tolta illegittimamente.

La sentenza della Corte Costituzionale ha sancito il riconoscimento alla Fiom di tutte quelle agibilità sindacali previste dalla Legge 300/70, che prima non avevamo e che ci permetteranno di continuare ad essere vicini ai lavoratori e anche di poter dire la nostra rispetto alla situazione dello stabilimento di Jesi, nonostante che la Fiat e le OO.SS. firmatarie del CCSL continuino a non riconoscere la titolarità di un sindacato rappresentativo come la Fiom a poter contrattare le condizioni dei lavoratori Fiat.

La nostra RSA formalmente riconosciuta dall’azienda da sola non potrà risolvere le problematiche dello stabilimento. Per questo servirà la massima collaborazione e partecipazione da parte di tutte le lavoratrici e lavoratori che ritengono giuste le nostre rivendicazioni e che vogliono mantenere e sviluppare il sito produttivo jesino. Oggi la situazione dal punto di vista produttivo e occupazionale del sito di Jesi è sempre più complessa e delicata e se vogliamo che le nostre proposte e le nostre richieste vengano ascoltate avremo bisogno di tutto l’appoggio possibile.

Al fine di dare il giusto risalto alla questione abbiamo deciso di fare una conferenza stampa davanti ai cancelli dello stabilimento il giorno Giovedì 3 Ottobre alle ore 12.30.

Jesi, 2 Ottobre 2013
p. la FIOM CGIL Ancona

giovedì 26 settembre 2013

COMUNICATO STAMPA FIOM SUGLI INTERINALI


La Fiom Cgil considera ingiusta e sbagliata la scelta di Fiat Cnh Jesi di lasciare senza lavoro 32 interinali che da anni lavorano all’interno dello stabilimento.

Nel momento più drammatico della crisi che sta colpendo il nostro territorio, non possiamo accettare che dal prossimo mese 32 famiglie rimarranno senza uno stipendio. Richiamiamo invece Fiat a mostrare la responsabilità sociale che un’azienda come questa dovrebbe avere, rispetto alle persone che vivono e lavorano nella terra che la ospita da anni.

Sulle motivazioni fornite dall’azienda e spiegateci dalla RSA di Fim e Uilm in assemblea secondo cui sarebbe il calo del lavoro a motivare tale scelta; vogliamo far notare che se è vero che la produzione giornaliera di trattori subirà un abbassamento è altrettanto vero che in reparti importanti, l’azienda comanderà per i prossimi sabati lo straordinario produttivo. Per non dire di tutte quello ore di straordinario che vengono costantemente utilizzate per le attività di revisione e collaudo.

Rispetto a tutto questo crediamo che un’azienda come questa possa permettersi di non lasciare a casa nessun lavoratore.

Jesi, 26 settembre 2013 FIOM CGIL Ancona

mercoledì 18 settembre 2013

LA VIA MAESTRA



1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?
Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo  della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.
La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.
2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un’anticaglia e sostituito dall’elogio della disuguaglianza e dell’illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell’evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.
Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all’autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d’ogni giorno.
In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.
3. C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.
Anche noi abbiamo le nostre “ineludibili riforme”. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla.


martedì 3 settembre 2013

RIENTRIAMO


I cancelli principali saranno aperti dalla Direzione aziendale del gruppo Fiat ai delegati della Fiom-Cgil. Il management lo ha deciso sapendo che dopo la sentenza della Corte Costituzionale i tribunali avrebbero sentenziato uno dopo l’altro in favore della libertà dei lavoratori a potersi scegliere il proprio sindacato ed i propri delegati.

La Fiom rientra a testa alta dopo anni di discriminazioni. Ci aspettiamo che la Direzione Aziendale garantisca uguali diritti a tutte le organizzazioni sindacali e metta fine all’applicazione di un doppio regime di diritti. Resta da vedere se oltre a rispettare la sentenza della Corte Costituzionale il gruppo Fiat rispetterà le sentenze degli altri tribunali italiani a partire dal reintegro al lavoro dei 3 operai di Melfi.

Ora spetta alla Fiom e ai lavoratori tutti ottenere la convocazione di un tavolo negoziale con il gruppo Fiat e le altre organizzazioni sindacali per affrontare il problema del futuro industriale, occupazionale e le condizioni di lavoro negli stabilimenti a partire da Mirafiori e Cassino ad oggi senza missione produttiva.

La Direzione Aziendale nella lettera che ha inoltrato alla Fiom-Cgil lega il futuro degli investimenti alla legge sulla rappresentanza: si tratta di una cortina fumogena utile solo a prendere tempo mentre si perdono mercato e produzioni. La Fiom-Cgil ha già depositato in Parlamento una legge sulla rappresentanza grazie alle firme di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Il vero problema è che ad oggi non ci sia ancora una soluzione industriale per gli stabilimenti di Termini Imerese ed Irisbus, mentre peggiora l’andamento della Cassa integrazione negli stabilimenti Iveco. La Fiom ritorna a varcare i cancelli della Fiat grazie alla resistenza di dei delegati e degli iscritti.

Ora tutti i lavoratori potranno tornare a battersi per il lavoro ed i diritti perché il sindacato in fabbrica c’è e lo decidono gli operai e gli impiegati. A 3 anni di distanza dall'applicazione del Contratto Collettivo specifico di lavoro sono stati cancellati diritti, ridotto il salario, aumentati i ritmi e ridotta la sicurezza e comunque l’azienda non ha fatto gli investimenti che aveva dichiarato.

E’ giunta l’ora di una svolta: aprire subito un negoziato per il futuro occupazionale in tutti gli stabilimenti a partite dalla missione produttiva di Mirafiori e Cassino. Questa è la priorità che chiediamo sia assunta dalla Direzione aziendale e dal Governo, come normalmente accade in tutti gli altri Paesi europei.

mercoledì 24 luglio 2013

WCM ALLA CNH DI JESI


4 punti in meno sul Wcm non sono un audit andato male, ma un tracollo. E' il disastro annunciato di una Direzione e di Enti preposti, che da tempo gestiscono la fabbrica malissimo; ed è il peggior riconoscimento possibile alle lavoratrici e ai lavoratori di Jesi per tutto quello che negli anni, hanno dato a questo stabilimento.

E' l'esito scontato di quel numero esorbitante di trattori incompleti costantemente sui piazzali, delle delibere finte, dei materiali che non arrivano o non si trovano, dei tanti e troppi soldi che questa direzione ha buttato via per recuperare i mancanti o per espedienti wcm (tabelle, tabelline, fogli, fogliettini, totem, gigantografie fotografiche, campionato infortuni, carrelli, carrellini, pavimenti belli e scivolosi...) del tutto insignificanti.

E' anche il risultato di chi in questi anni ha scelto di dividere i lavoratori tra buoni e cattivi, sia sul salario che sui riconoscimenti. Dalla famosa cena Wcm di qualche anno fa dove fu chiamata a partecipare solo un terzo della maestranza lavorativa, alle strategie messe in atto da questa azienda a livello nazionale; la selezione aziendale basata sulla fedeltà o sulla parentela non ha prodotto altro che incapacità: tante persone sbagliate nei posti sbagliati, e sempre le stesse. Basta pensare al modo in cui è stato affrontato il tema della sicurezza (campionato a chi fa meno infortuni) o il peggioramento progressivo dell' organizzazione del lavoro sulle linee di montaggio, che quando va bene si lavora in tre dentro ad una cabina.

Non meno responsabile è la Rsa di stabilmento che in questi due anni è stata del tutto inesistente. Incapace di qualsiasi iniziativa sindacale ha solo taciuto su tutto. A Luglio, non si sono degnati nemmeno di fare un' assemblea per informare i lavoratori dei volumi produttivi, o che parlasse degli interinali, o degli scioperi spontanei che i lavoratori delle linee hanno fatto per le pessime condizioni lavorative.

La Fiom Cgil ritiene che le lavoratrici e i lavoratori di Jesi non possono pagare per responsabilità che non hanno, per questo chiediamo che vengano rimossi dirigenti e preposti responsabili di tale scempio, e che grazie al loro cattivo operato possono mettere in discussione il futuro produttivo e occupazionale alla Cnh di Jesi.

A Settembre dovremo riparlare di tutto questo, partendo dal presupposto che per difendere il nostro futuro, è necessario potersi organizzare liberamente in un sindacato vero e che democraticamente decide assieme ai lavoratori, come la sentenza della Corte Costituzionale depositata proprio ieri, afferma in maniera inequivocabile. La Fiom Cgil considera centrale la difesa delle produzioni e dell'occupazione del sito jesino.



Jesi, 24 Luglio 2013     La Rsu della Fiom Cgil