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martedì 7 settembre 2010


Patti leonini



L'espressione "patto leonino", che deriva da una favola di Esopo, indica un patto che va a vantaggio di una sola parte dei contraenti, ovviamente quella più forte. Stabilisce dunque qualcosa di sbilanciato, tanto che se ne occupa anche il codice civile, che lo dichiara nullo.

La Federmeccanica, annunciando la disdetta del contratto, ribadisce però la validità dell'accordo del 20 gennaio 2009, quello firmato senza la Fiom-Cgil. Ma c'è chi da tempo considera quell'accordo ormai privo di efficacia, per motivi di fatto e di diritto.

Luigi Mariucci, docente di Diritto del lavoro all'Università Cà Foscari di Venezia, ha osservato in un articolo sulla rivista on line "Eguaglianza & Libertà" che quell'accordo non è stato mai richiamato nei contratti nazionali stipulati in seguito unitariamente da settori importanti come chimici, tessili, alimentaristi, terziario. Vi si fa riferimento solo nel contratto dei metalmeccanici, anche questo senza la firma della Fiom.

Inoltre quell'accordo era stato firmato anche dal governo, non come soggetto "terzo" e garante, sottolinea Mariucci, ma come "parte", in quanto datore di lavoro del pubblico impiego. Ma poi, con la successiva manovra economica, lo stesso governo ha stabilito il blocco per tre anni delle retribuzioni pubbliche, contraddicendo così quella parte dell'accordo che prevede la valorizzazione della contrattazione di secondo livello. Per questi motivi, conclude Mariucci, quel patto dovrebbe considerarsi decaduto.

La Federmeccanica, evidentemente, non ha grande interesse al fatto che vengano disattese norme a vantaggio dei lavoratori. E' verosimilmente assai più preoccupata dalla minaccia di Sergio Marchionne di far uscire la Fiat da Confindustria proprio per evitare di essere vincolata dal contratto nazionale. E la Federmeccanica senza la Fiat avrebbe un peso politico men che dimezzato, oltre a perdere la contribuzione di uno degli iscritti più importanti. Piuttosto che far uscire la Fiat, dunque, meglio uscire dal contratto nazionale

LA DISDETTA DELLA FEDERMECCANICA: UN ATTO IN MALAFEDE CHE APRE LA STAGIONE DELLO SCONTRO SOCIALE



di Giorgio Cremaschi

La decisione della Federmeccanica di disdettare formalmente il contratto nazionale sottoscritto nel 2008 con tutti i sindacati è la dimostrazione della malafede e, nello stesso tempo, della volontà di scontro frontale degli industriali. Disdettando il contratto ora, a molti mesi dalla sottoscrizione dell’accordo separato con Fim e Uilm che avrebbe dovuto rinnovare il contratto nazionale, la Federmeccanica dimostra che aveva ragione la Fiom quando sosteneva che il contratto del 2008 era ancora in vigore. Non si può disdettare una cosa che non esiste più. 
Nello steso tempo con questa scelta la Federmeccanica dà l’avvio all’attacco finale al contratto nazionale.
Solo pochi illusi potevano pensare che con Pomigliano si affrontasse una situazione particolare. Come hanno mostrato queste settimane da Pomigliano è partito l’attacco al contratto nazionale, allo Statuto dei lavoratori, alla stessa Costituzione della Repubblica. (...)
Quella della Federmeccanica è una scelta eversiva senza precedenti a cui si dovrà rispondere sia sul piano legale, sia sul piano del più diffuso conflitto sociale. Anche se gli effetti formali di questa disdetta sono rinviati nel tempo, visto che il contratto resta comunque in vigore fino al 2012, quelli politici si dispiegano subito. Dimostrano che gli industriali italiani vogliono competere con i paesi a più basso costo del lavoro, senza investimenti, tagliando diritti e salario. Non solo la Fiom, ma tutta la Cgil, tutti gli spiriti liberi e le forze democratiche del paese, devono opporsi alla distruzione del contratto nazionale voluto da Marchionne, dal Governo, dalla Confindustria e dalla Federmeccanica. 
L’epoca delle parole è finita, adesso si deve passare ai fatti con il massimo del rigore e dell’intransigenza nella mobilitazione.

Contratto metalmeccanici. Landini (Fiom): “Da Federmeccanica decisione grave e irresponsabile. Il Comitato centrale di domani assumerà le decisioni necessarie”

Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.

“Quella assunta oggi da Federmeccanica è una decisione gravissima e irresponsabile, che lede i principi democratici del nostro Paese. Si decide, infatti, di cancellare il Contratto nazionale di lavoro, in accordo con sindacati minoritari e impedendo alle lavoratrici e i lavoratori di potersi esprimere sul loro contratto.”
“Si tratta di una violazione delle regole e della rottura dei principi democratici alla base degli equilibri sociali.”
“Per la Fiom, l’unico contratto in vigore rimane, sotto ogni punto di vista, quello del 2008 firmato da tutti e votato dalle lavoratrici e i lavoratori.”
“Domani il Comitato centrale della Fiom assumerà tutte le decisioni necessarie.”