“E’ davvero grave la crisi democratica e di strategia che coinvolge la Cgil, la mia organizzazione. L’esito del direttivo di ieri (26 febbraio, ndr) l’ha confermato. Come si fa a spiegare a un qualsiasi cittadino del nostro Paese che è democratica una consultazione in cui nelle assemblee possono relazionare ai lavoratori interessati solo quelli che sono d’accordo con il Testo unico”. Così in una nota Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, annunciando che lunedì prossimo, 3 marzo, "la segreteria nazionale della Fiom ha convocato una riunione del Comitato Centrale, a cui è invitata la segretaria della Cgil, per valutare e assumere tutte le decisioni necessarie”.
“Il primo triste effetto dell'accordo - afferma Landini - è che in Cgil viene introdotto il pensiero unico perché, ci è stato spiegato, Cisl e Uil potrebbero irritarsi e non fare più assemblee unitarie se ci si azzarda ad avere diversi giudizi. Le assemblee si possono fare solo se si è tutti d’accordo e solo se hanno un carattere informativo, cioè non possono decidere nulla. Anche perché agli iscritti della Cgil, ai quali in separata sede si chiede di esprimersi, non viene chiesto di votare sì o no ai contenuti del Testo unico, ma di dire se condividono il giudizio espresso dalla maggioranza del Direttivo della Cgil”.
“Per la
verità - aggiunge -, nessuno aveva chiesto e né intende farlo ora, di votare
sul gruppo dirigente della Cgil, c’è un Congresso in corso, basta ed avanza. Il
diritto che abbiamo chiesto è quello di permettere ai lavoratori interessati di
conoscere i diversi giudizi, discuterne e infine votare sui contenuti del Testo
unico che definisce le loro condizioni di lavoro, di vita e di libertà in tutti
i luoghi di lavoro. Del resto - prosegue la nota - la nostra richiesta non
è mai stata di respingere in blocco l’accordo, ma di modificarlo su punti
precisi: togliere le sanzioni e l’arbitrato, rafforzare il ruolo e l’autonomia
delle categorie, garantire sempre il voto dei lavoratori sugli accordi,
garantire per tutti la libertà e il pluralismo sindacale, anche nel rispetto
pieno della recente sentenza della Corte Costituzionale.
“La risposta data dalla segreteria nazionale della Cgil - osserva il leader della Fiom - è stata che il Direttivo ha già votato e deciso il 17 gennaio 2014 sul Testo unico. La consultazione è una risposta politica alle 'tensioni' che si sono aperte in queste settimane. Inoltre l’accordo non viene sospeso in attesa dell'esito della consultazione. Io penso che i lavoratori meritino il rispetto sempre, mentre la soluzione politica proposta assume in realtà i contorni di un imbroglio politico che le persone che lavorano non meritano. La democrazia e la possibilità di un libero confronto tra diverse opinioni, condizioni necessarie per formare maggioranze e minoranze, sono invece condizioni negate in Cgil”. Così conclude Landini: “Proprio per questo e in coerenza con il mandato ricevuto dal Comitato centrale della Fiom-Cgil e con le lotte e gli scioperi e le mobilitazioni fatte in questi anni dai lavoratori per ristabilire una legalità costituzionale violata, a partire dalla Fiat, ho deciso di non partecipare al voto finale del Direttivo".