Il nuovo testo del Decreto legislativo sulla “riforma del Mercato del Lavoro” presentato dal Governo al Parlamento - che è pure stato sottoposto al voto di fiducia in Senato! - peggiora il già pessimo testo della Ministra Fornero, aggravando quanto era già previsto sul lavoro precario, rendendo ancora più facile licenziare e indebolendo ulteriormente gli ammortizzatori sociali.
Adesso il testo votato al Senato andrà in discussione alla Camera; è necessario mettere in atto, durante l’iter parlamentare, una forte mobilitazione di tutte e tutti chiedere che il Parlamento NON approvi questo disegno di legge.
Il tanto sbandierato obiettivo del Governo di ridurre la precarietà si è tradotto in un ulteriore peggioramento delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici precarie.
Per i Contratti di lavoro a termine sono cancellate le causali nelle assunzioni con contratti di lavoro inferiori a 12 mesi ( il testo della Ministra indicava sei mesi) e inoltre con accordi interconfederali, contratti nazionali di categoria, contratti territoriali e aziendali si può derogare alle causali per tutti i contratti a termine, a prescindere dalla loro durata, fino al 6% dei lavoratori occupati.
Questo significa che il contratto a tempo indeterminato diventa un miraggio!
Per i Lavoratori interinali con contratto a termine la stabilizzazione avverrà solo dopo 36 mesi, ma il loro rapporto di lavoro sarà a tempo indeterminato con le agenzie interinali e non con l’azienda nella quale lavorano.
Per gli Apprendisti: si consente alle aziende di assumere nuovi apprendisti anche se non hanno confermato nessuno dei contratti di apprendistato precedenti, in barba alle percentuali di conferma previste dal CCNL dei metalmeccanici , già ridotte dalla ministra Fornero.
Sui Licenziamenti, non solo si conferma la cancellazione dell’art. 18, per cui di fronte ad un licenziamento illegittimo non è più automatica la reintegrazione nel posto di lavoro, ma sono state date ulteriori possibilità alle aziende per licenziare.
E sugli Ammortizzatori sociali, oltre ad aver cancellato la cassa integrazione per cessazione di attività, la legge 223 e aver ridotto la durata del trattamento di mobilità, hanno anche deciso che le aziende nei prossimi tre anni non dovranno pagare il contributo previsto dal testo della Fornero per i contratti di lavoro a termine. Il che significa che le mancate entrate pari a 7 milioni di euro per ogni anno vengono compensate esclusivamente dai fondi per il sostegno all'occupazione giovanile e delle donne.
Hanno spiegato che la riforma serviva per estendere a tutti gli ammortizzatori sociali, in realtà hanno deciso di non far pagare le imprese, non estendono gli ammortizzatori e scaricano i costi sui giovani e sulle donne.
Una contro-riforma che riduce le tutele e i diritti, conferma la precarietà, non favorisce l’occupazione.
Facciamo sentire al Governo e al Parlamento il nostro dissenso e la nostra determinazione a:
- estendere i diritti a chi non li ha,
- superare la precarietà,
- contrastare e impedire la manomissione dell’art. 18,
- annullare gli ultimi interventi sulle pensioni e garantire la pensione a chi ha perso il posto di lavoro e oggi non raggiunge più i requisiti a causa della riforma.
scendiamo in piazza!