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giovedì 16 settembre 2010

OLIGARCHI

Ieri è partita l’ennesima trattativa sindacale tra la Federmeccanica e FIM-UILM-FISMIC-UGL per sancire definitivamente l’idea suicida che per uscire dalla crisi occorre modificare in peggio salari e tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, il tutto condito dallo strappo democratico dove sindacati minoritari decidono per tutti senza alcun mandato e impedendo alle persone di poter dire la loro. Logica vorrebbe che per un momento si fermasse tutto e si chiedesse alle persone se sono d’accordo o no che si modifichi il loro contratto.
Ci domandiamo:

1. Sulla base di quale mandato Fim-Uilm-Fismic-Ugl vanno a trattare con Federmeccanica per estendere il modello Pomigliano a tutto il settore metalmeccanico?
Chi dà mandato a Fim-Uilm-Fismic-Ugl a modificare attraverso deroghe la parte normativa del contratto nazionale dei metalmeccanici del 2008, votato a maggioranza da tutti i lavoratori dopo una vertenza durata molti mesi?
C’è qualcuno in fabbrica, che è a conoscenza, o ha discusso o votato una piattaforma sindacale contenente tali rivendicazioni?

2. la scelta di svuotare il contratto nazionale per potenziare la contrattazione di secondo livello ( integrativo aziendale) che a detta in particolare della CISL, dovrebbe garantire maggior salario ai lavoratori: possiamo dire che a fronte del saldo di 0 euro che FIAT ha elargito ai lavoratori a Luglio di quest’anno, è una scelta terribilmente sbagliata?

3. E’ normale che sulle vicende che riguardano l’intero Gruppo Fiat e il CCNL, e che hanno visto la complicità delle quattro sigle sindacali protagoniste in peggio su tutti i fronti, non è stata ancora fatta un’assemblea in fabbrica da parte dei loro delegati?
Oltretutto sono mesi che ostacolano ai lavoratori il loro sacrosanto diritto a riunirsi in assemblea, una volta facendoci ricorrere allo sciopero, un’altra alla raccolta delle firme, tre mesi fa inoltre avevano concordato l’utilizzo di 2 ore (una ciascuno) di cui ad oggi non c’è ancora traccia.

Che la parola e le scelte, ritornino alle lavoratrici e ai lavoratori!

p.s. Non abbiamo capito ancora bene chi sia il Grande Timoniere, sappiamo però per certo, chi rèma sempre contro.

Jesi, 16 Settembre 2010 la RSU della FIOM-CGIL

«Me ne vado dalla Cisl, Bonanni ha svenduto i lavoratori» - Letizia Pacifico

Letizia Pacifico è una sindacalista della Fiba-Cisl. Fino a pochi giorni fa faceva parte del direttivo provinciale della sua categoria (bancari). Si è dimessa, dopo venti anni di militanza attiva, in aperta polemica con la politica della confederazione ed ha inviato ai giornali una lettera, di cui qui pubblichiamo una ampia sintesi, spiegandone le ragioni.

In pochissimi anni la Cisl ha spezzato l'unità sindacale indebolendo la classe lavoratrice. Ha reso possibile accordi sfavorevoli ai lavoratori: divieto di sciopero, compressione dei salari, aumento di intensità e durata del lavoro. Accordi che non toccano né gli speculatori, né gli imprenditori che sulla crisi hanno lucrato. L'involuzione sindacale è cominciata con il Patto Italia fino all'accordo separato del 2008 non votato dai lavoratori, continua con il "collegato lavoro" del governo Berlusconi che, attenzione, andrà all'approvazione definitiva la prossima settimana con il silenzio della Cisl. Una legge che sposta radicalmente i rapporti di lavoro a favore delle imprese, limitando fortemente sia le tutele del singolo che la possibilità di intervento della magistratura. Il "si" incondizionato di Bonanni all'arbitrato sul lavoro (marzo 2010) è stato vergognoso. La Cisl ha dimostrato di essere collaterale a governo e Confindustria nel demolire alcuni punti chiave a tutela dei lavoratori. Oggi i fatti di Pomigliano e Melfi sono più che eloquenti: Cisl e Uil hanno aperto la strada alla deroga del contratto nazionale dichiarando che è l'unica soluzione possibile per uscire dalla crisi, nessuna discussione è stata aperta con la base sindacale e sopratutto con i lavoratori. La deroga al contratto nazionale, è vero, non cancella il contratto, (questo è l'ultimo spot della Cisl per sviare e ammansire gli iscritti) ma la Cisl non dice che determina uno svilimento dei diritti - anche quelli sanciti dalla Costituzione. In quest'Italia "corrotta" e con pochi controlli, molte aziende potrebbero dichiarare una crisi inesistente (succede già) e utilizzare la deroga al contratto nazionale solo per moltiplicare i profitti. Il punto è che il segretario Bonanni ha tradito il suo mandato sindacale, perché subordina il lavoro al profitto, sostituisce la cultura della carità a quella del diritto. In questi giorni ha anche dichiarato: "chi non ha lavoro non ha diritti", una ciancia per diffondere tra i lavoratori la cultura della rassegnazione e della sudditanza, esattamente il contrario di quello che hanno fatto i suoi predecessori. Invece di percorre la strada di un sindacato europeo forte, attivo e unito che contrasti i danni di un liberismo sfrenato e senza controllo, crea un sindacato debole, diviso e subalterno alle logiche liberiste. L'idea assurda che si vuol far passare è che per uscire dalla crisi bisogna cancellare diritti e contratti, non è così. Lo stile Bonanni è insidioso: alterna toni concilianti e paternalisti a toni aggressivi e demagogici, demonizza i sindacati che lo criticano e che non firmano accordi. In realtà fomenta pericolosamente il conflitto sociale e sindacale, dichiarando che lo generano" altri". Si tratta di uno gioco sporco che va fermato. Contestarlo è un dovere ma senza lanciargli fumogeni. La mia solidarietà va alla Fiom - oggi l'unico sindacato che dà dignità a questa parola - e che è sempre sotto attacco. Bonanni dopo essere stato contestato duramente alla festa del PD di Torino da parte di precari e ragazzi dei centri sociali ha fatto un indegna dichiarazione: «C'è un'escalation di persone che vogliono parlare con la violenza. La Fiom e anche altri, inaspriscono il clima». Sono dichiarazioni strumentali e irresponsabili di un segretario confederale sempre più indecente le cui insinuazioni dividono e disorientano i lavoratori, mentre resta accomodante con Marchionne e Confindustria. Sono questi gli atteggiamenti, per l'appunto, che "inaspriscono il clima".

Letizia Pacifico