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martedì 3 settembre 2013

RIENTRIAMO


I cancelli principali saranno aperti dalla Direzione aziendale del gruppo Fiat ai delegati della Fiom-Cgil. Il management lo ha deciso sapendo che dopo la sentenza della Corte Costituzionale i tribunali avrebbero sentenziato uno dopo l’altro in favore della libertà dei lavoratori a potersi scegliere il proprio sindacato ed i propri delegati.

La Fiom rientra a testa alta dopo anni di discriminazioni. Ci aspettiamo che la Direzione Aziendale garantisca uguali diritti a tutte le organizzazioni sindacali e metta fine all’applicazione di un doppio regime di diritti. Resta da vedere se oltre a rispettare la sentenza della Corte Costituzionale il gruppo Fiat rispetterà le sentenze degli altri tribunali italiani a partire dal reintegro al lavoro dei 3 operai di Melfi.

Ora spetta alla Fiom e ai lavoratori tutti ottenere la convocazione di un tavolo negoziale con il gruppo Fiat e le altre organizzazioni sindacali per affrontare il problema del futuro industriale, occupazionale e le condizioni di lavoro negli stabilimenti a partire da Mirafiori e Cassino ad oggi senza missione produttiva.

La Direzione Aziendale nella lettera che ha inoltrato alla Fiom-Cgil lega il futuro degli investimenti alla legge sulla rappresentanza: si tratta di una cortina fumogena utile solo a prendere tempo mentre si perdono mercato e produzioni. La Fiom-Cgil ha già depositato in Parlamento una legge sulla rappresentanza grazie alle firme di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Il vero problema è che ad oggi non ci sia ancora una soluzione industriale per gli stabilimenti di Termini Imerese ed Irisbus, mentre peggiora l’andamento della Cassa integrazione negli stabilimenti Iveco. La Fiom ritorna a varcare i cancelli della Fiat grazie alla resistenza di dei delegati e degli iscritti.

Ora tutti i lavoratori potranno tornare a battersi per il lavoro ed i diritti perché il sindacato in fabbrica c’è e lo decidono gli operai e gli impiegati. A 3 anni di distanza dall'applicazione del Contratto Collettivo specifico di lavoro sono stati cancellati diritti, ridotto il salario, aumentati i ritmi e ridotta la sicurezza e comunque l’azienda non ha fatto gli investimenti che aveva dichiarato.

E’ giunta l’ora di una svolta: aprire subito un negoziato per il futuro occupazionale in tutti gli stabilimenti a partite dalla missione produttiva di Mirafiori e Cassino. Questa è la priorità che chiediamo sia assunta dalla Direzione aziendale e dal Governo, come normalmente accade in tutti gli altri Paesi europei.