2012
Fino
ad oggi il tanto acclamato piano industriale Fabbrica Italia ha prodotto
chiusure e tanta Cassa Integrazione in quasi tutti gli stabilimenti del gruppo
Fiat. Invece di far uscire dalle linee di montaggio macchine, camion o
trattori, l’Azienda ha scelto di mettere in discussione diritti e libertà delle
lavoratrici e dei lavoratori di Pomigliano e Mirafiori. Diritti per lo più
indisponibili come malattia, sciopero, turni, straordinario, pause sulle linee
di montaggio, il diritto dei lavoratori
a scegliere da chi farsi rappresentare in fabbrica: da oggi è solo
l’Azienda a decidere.
Tutto
questo, a partire dal prossimo Gennaio, potrebbe chiamare in causa anche i
lavoratori dello stabilimento Fiat CNH di Jesi. Sergio Marchionne ha infatti ampiamente
manifestato l’intenzione che all’ uscita di Fiat da Confindustria, e quindi dal
perimetro del contratto nazionale, avrebbe fatto seguito l’estensione del modello
Pomigliano a tutti i lavoratori di Fiat. Questo con buona pace di Fim e
Uilm, che già si sono dette pronte a firmare un Contratto Aziendale di primo
livello del gruppo Fiat valido per tutti, Auto e Industrial. Ciò butterebbe nel
secchio la contrattazione nazionale, erga omnes e solidaristica, che da 60 anni
rappresenta lo strumento di maggior tutela che hanno i lavoratori dal ricatto
del mercato e dei padroni; e imporrebbe le condizioni capestro di Pomigliano a
tutti i lavoratori del gruppo. Da notare, che sono le stesse organizzazioni
sindacali che avevano detto e stradetto che quell’accordo
valeva solo per Pomigliano, e che il contratto nazionale non era in
discussione.
La RSU della Fiom-Cgil ritiene fondamentale quindi che
già a partire dal prossimo incontro in Assindustria Ancona previsto per la
prossima settimana, l’Azienda Fiat CNH Italia dia risposte chiare sui seguenti
argomenti:
-
uscita di Fiat da Confindustria a partire dal 1 Gennaio 2012;
-
prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento di Jesi relative al
prossimo anno;
- continuiamo
infine a ritenere inaccettabile che una Azienda come questa, che nonostante la
crisi ha prodotto utili, non paghi per 2
anni consecutivi il Premio di Risultato ai suoi lavoratori. La Fiom le
lavoratrici e i lavoratori continuano a chiederlo.