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mercoledì 21 luglio 2010

Meno male che c’è la Fiom

Dal fronte sindacale,segnatamente dalla Cgil, vengono notizie preoccupanti. La minoranza Fiom, corrispondente alla maggioranza confederale, sino ad oggi rappresentata nella segreteria dei metalmeccanici da Fausto Durante, ha deciso di uscire dall’organismo esecutivo.
Non serve avventurarsi in astruse elucubrazioni dietrologiche per comprendere significato e gravità di un atto che segna una solenne presa di distanza della confederazione di Epifani dalla sua più forte e combattiva federazione di categoria. Un gesto che avviene mentre la Fiom è sottoposta ad un attacco frontale, a tutti i livelli della propria struttura di rappresentanza, tanto da parte dell’impresa simbolo del capitalismo italiano, la Fiat, quanto da parte di Federmeccanica che già minaccia di sospendere, a partire da settembre, le trattenute sindacali relative alle deleghe sottoscritte dai lavoratori.
La motivazione esibita, vale a dire l’adesione del segretario della Fiom, Maurizio Landini, all’area programmatica confederale “la Cgil che vogliamo”, prerogativa statutariamente riconosciuta ad ogni iscritto alla Cgil, appare un puerile pretesto che dietro un’esile foglia di fico nasconde uno scontro politico di fondo: una visione strategica divaricante maturata durante la segreteria di Epifani ed esplosa, in particolare sui temi della democrazia e dell’autonomia della contrattazione, nel recente congresso.
Ma isolare la Fiom mentre essa è impegnata in una tenacissima resistenza per difendere irrinunciabili diritti individuali e collettivi, e mentre lo stesso potere di coalizione sindacale è messo a repentaglio dalla più pesante offensiva antioperaia che sia stata scatenata da trent’anni a questa parte, è un fatto che dovrebbe allarmare chiunque abbia minimamente a cuore le sorti del sindacalismo e della democrazia <+Cors>tout court<+Tondo>. E rendere avvertiti di quali proporzioni rischia di assumere la deriva normalizzatrice che ha già totalmente inertizzato Cisl e Uil, trasformandole in pallide controfigure, prive di autonomia, perfettamente interfacciate al potere confindustriale.
Ieri la Fiom ha reagito con coraggio e lucidità all’assedio cui è sottoposta, decidendo nel suo comitato centrale tre cose di somma importanza: il rinnovo di tutte le deleghe sindacali; l’impegno più risoluto a sostegno della propria proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia sindacale già consegnata al Parlamento con un corredo di oltre centomila firme; la convocazione di una grande manifestazione per la democrazia, i diritti, la riconquista del contratto nazionale di lavoro per il prossimo 16 ottobre.
Per quanto è in noi non lesineremo energie nel sostenere questa battaglia di cruciale importanza per l’intero mondo del lavoro e per le stesse prospettive della sinistra in Italia.
 

3 commenti:

  1. La Fiat di Marchionne è identica alla Fiat di Valletta.
    Vogliono far dell'Italia un nuovo Boom economico.
    Vogliono sfidare i cinesi con le nostre braccia.
    Vogliono sbaragliare gli indiani mandando all'attacco i squadroni operai sottopagati.
    Un esercito di morti di fame contro un altro esercito di altri morti di fame.Tanto i figli di papà continuano a viaggiare su Ferrari e su barche da centinaia di milioni di euro.
    Noi ci dobbiamo accontentare di un piatto di spaghetti malcotti e mal conditi,mentre loro vanno a ballare dal Milioner con i deputati del PDL.
    Ma che bella prospettiva hanno questi borghesi.
    Se non siamo scemi,dobbiamo prenderne atto!
    Dobbiamo agire alle provocazioni.
    Ci licenziano,bene,noi licenzieremo loro!
    Compagni è arrivata l'ora di prenderci tutto quello che abbiamo creato in anni di duro lavoro!
    La pasta scotta se la mangino i borghesi!
    Non deve più lavorare nessuno.
    Ai grumiri tutto il nostro disprezzo.
    Ai sindacati che tradiscono,niente più bandiere da sventolare!
    La piazza è rossa!

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  2. Fiat/ No comment su ipotesi offerta daimler per fiat industrial
    Mercoledì, 22 Settembre 2010 - 09:15

    Come al solito il Lingotto non commenta le indiscrezioni giornalistiche. Cosi la Fiat reagisce alla notizia, apparsa su la Repubblica di un interesse della tedesca Daimler per Fiat Industria, la società che raggruppa Iveco,Cnh e alcune attività di Fnp. Secondo il quotidiano ci sarebbe già un'offerta da 9 miliardi di euro, mentre la Fiat ne richiede 10,5. L'operazione per il momento sarebbe in fase di stallo in vista della quotazione di Fiat Industrial prevista per fine anno.

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  3. Epifani: "Sì a dialogo se si fa seriamente". Guglielmo Epifani condivide l'allarme lanciato ieri dalla presidente di Confindustria sulle condizioni dell'industria. Ma, aggiunge, anche sul fronte dell'occupazione la situazione non è affatto rosea. "Siamo in un Paese con una ripresa troppo bassa, non si riescono a risolvere i problemi della disoccupazione. Anzi, come si è visto con la crisi di Fincantieri, si tende ad aggravarli" ha detto il segretario generale della Cgil. "Bisogna chiedere al governo una politica industriale e di investimenti e non il galleggiamento che c'è stato fino a oggi", ha aggiunto. Epifani ha poi risposto all'invito di Confindustria di riaprire il confronto. "Capisco la volontà di riaprire il dialogo, ma chiedo di fare le cose seriamente, a partire dai nodi che finora non ci hanno permesso di fare passi avanti" ha detto il leader della Cgil. "La riforma contrattuale è il nodo che ci divide da tempo, aggravato dalla disdetta del contratto dei metalmeccanici".

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