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martedì 15 giugno 2010

COMITATO CENTRALE FIOM-CGIL 14 giugno 2010, Documento conclusivo



Per i diritti e la democrazia sciopero generale di 8 ore il 25 giugno


La scelta della Fiat di imporre deroghe al contratto nazionale e la rinuncia a diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione ai lavoratori di Pomigliano, fa parte di un disegno complessivo che parte dal Governo e dalla Confindustria, di fronte all’aggravarsi della crisi.

Governo e Confindustria per mesi hanno colpevolmente minimizzato l’aggravarsi della crisi, parlando di ripresa, spandendo inutile ottimismo, rinunciando a misure vere a favore dell’occupazione. Ora che la crisi comincia a portare tutto il suo peso, esso viene totalmente scaricato sul mondo del lavoro, sui pensionati, sui disoccupati, sulle zone più deboli del paese a partire dal Mezzogiorno.

Le misure inique prese dal Governo fanno così parte di un progetto più vasto che vede l’attacco al Contratto nazionale, l’arbitrato, lo Statuto dei lavori, come strumenti fondamentali della destrutturazione dei diritti di tutto il mondo del lavoro. Si pensa di affrontare la crisi mettendo in discussione i princìpi di solidarietà fondamentali garantiti dalla Costituzione della Repubblica, che non a caso oggi viene messa esplicitamente in discussione come vecchia e inadeguata di fronte alla crisi.

L’attacco all’articolo 41 della Costituzione nel nome della piena libertà d’impresa muove assieme a quello allo Statuto dei lavoratori e al Contratto nazionale. Pur di avere un posto, le lavoratrici e i lavoratori dovrebbero rinunciare ai loro diritti fondamentali. Questo è il regime economico e sociale che si vuole imporre.

Il blocco della retribuzione dei lavoratori pubblici annuncia così l’attacco al salario dei lavoratori privati, mentre per tutti c’è il taglio dello Stato sociale in tutti i suoi aspetti e forme. Per tutte e tutti si allunga ulteriormente l’età pensionabile, ma in particolare sono le donne oggi a essere brutalmente colpite nella loro condizione di vita. L’occupazione, in particolare quella giovanile, pagherà il prezzo per queste scelte.Di fronte a tutte queste misure non un solo centesimo viene preso dalla grande ricchezza accumulata in questi anni di crisi.

La Fiom è consapevole che quanto sta avvenendo nel mondo del lavoro è parte di un disegno più generale, dove interessi antichi e forti puntano a colpire tutti gli equilibri sociali e anche gli assetti democratici del nostro paese. Non è un caso che, mentre si aggredisce il Contratto nazionale e lo Statuto dei lavoratori, si mette in discussione la libertà di stampa e l’autonomia della magistratura. È un modello autoritario e regressivo di gestione della crisi che si vuole imporre a tutti i livelli e in tutte le sedi del nostro paese.

Per queste ragioni la Fiom chiama tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori metalmeccanici a una lunga e difficile fase di mobilitazione per la difesa dei diritti e per conquistare una via di uscita dalla crisi fondata sulla giustizia, sulla democrazia, su un diverso modello di sviluppo rispetto a quella che si sta praticando.

La Fiom proclama 8 ore di sciopero il 25 giugno per tutta la categoria nell’ambito dello sciopero generale confederale. La Fiom convoca per il mese di giugno a Pomigliano un’assemblea nazionale di tutte le delegate e i delegati metalmeccanici del gruppo Fiat e del Mezzogiorno d’Italia per definire iniziative di solidarietà con i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano. Ulteriori iniziative saranno decise per garantire la continuità della mobilitazione.

In questi giorni si è riaperta la questione della democrazia sindacale. La Fiom ha sempre rivendicato la necessità di regole certe sulla rappresentanza e sul diritto al voto, per tutte le lavoratrici e i lavoratori e si prepara a consegnare alle Camere un progetto di legge che ha già ampiamente superato le 50.000 firme raccolte. È paradossale che dopo aver negato a tutti i lavoratori metalmeccanici il diritto a decidere sul Contratto nazionale e sul principio delle deroghe, ora si voglia imporre azienda per azienda l’accettazione di questo principio. La Fiom ribadisce che non sono sottoponibili a rinuncia, neppure con il voto, i diritti indisponibili delle lavoratrici e dei lavoratori, e che il distorto principio, così applicato, è lo stesso che fa votare in Parlamento leggi che negano princìpi costituzionali di fondo sulla stampa e sull’autonomia della magistratura.

La Fiom è dunque consapevole che l’attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori è parte di questa più vasta aggressione alla Costituzione della Repubblica e per questo chiama i metalmeccanici alla mobilitazione in difesa della democrazia.

Per queste ragioni la Fiom aderisce alla giornata di lotta indetta per il 9 luglio dalla Federazione nazionale della Stampa.

1 commento:

  1. forza ragazzi aderiamo massicciamente a questa iniziativa a tutela dei nostri diritti e a salvaguardia dell autonomia della fiom.chi non lotta ha gia perso!!!!!!!!

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