“le macchine si deliberano durante la settimana”
-dichiarazione dell’Azienda nell’incontro del 17 Marzo scorso-
Quale logica etica e industriale muove un così ingiusticato e continuato uso dello straordinario ,tale quello avvenuto la settimana scorsa, alternato poi paradossalmente al ricorso alla Cassa Integrazione appena qualche giorno dopo?
Non bastasse, lo si fa dividendo i lavoratori in due categorie: quelli a cui si impongono i sacrifici della crisi e del salario decurtato dalla CIGO, e quelli esentati perennemente, a cui addirittura si consente lo straordinario. Insomma i buoni e i cattivi.
Però ai cattivi non si chiede solo quello, la sindrome del muda (lo spreco in giapponese) da anni sottopone i lavoratori ad una continua riorganizzazione che il più delle volte antepone l’efficienza dei numeri alla qualità del lavoro, sia dal punto di vista della persona che da quella del prodotto: insomma un fatto di costi esercitato attraverso il taglio del tempo, quello sì che è importante.
Per abbattere lo spreco si pongono problemi addirittura sul cambio degli indumenti da lavoro, oppure sul riconoscimento dei disagi linea –per quanto modesti- di coloro che ci lavorano e che vogliono vedersi riconosciuto quel diritto, o magari si impiegano senza il consenso del lavoratore i vecchi PAR in barba al CCNL.
E che dire del Premio di Risultato del 2009 dimezzato o della volontà di FIAT di non aumentare il costo del lavoro nel 2010 proponendo alle O.O.S.S. 300 euro per il nuovo PdR?
Non è che magari quello spreco che ci acceca gli occhi lo si dovrebbe andare a cercare da altri parti? Non è che magari quello “straordinario” sistematico o quel rimettere mano al trattore 100 volte, siano essi stessi SPRECO?
Il ricorso troppo sovente allo straordinario di salvataggio, per ritornare alla CIGO qualche giorno dopo, o dopo averla fatta qualche giorno prima, fa luce su quella che è la vera inefficienza della fabbrica: l’incapacità di chi ha la responsabilità delle scelte a risolvere quelle che sono le vere problematiche strutturali dello stabilimento e che inevitabilmente riaffiorano in modo sistematico.
Non si può pensare di rincorrere turchi o polacchi senza una seria gestione delle risorse economiche e una riorganizzazione del lavoro vera che sappia mettere Sapere Operaio e Qualità al primo posto. Tutto il contrario dell’altalena tra straordinario e Cassa Integrazione degli ultimi tempi. Questa è la vera sfida che ci attende.
Jesi, 29 Marzo 2010 LA RSU DELLA FIOM-CGIL
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