Metalmeccanici: Landini, in piazza per lavoro e diritti
Il leader della Fiom lancia la manifestazione del 16 ottobre
“E' in atto il tentativo di cancellare e superare il contratto nazionale, il diritto alla contrattazione collettiva in fabbrica”. Lo ha detto oggi (27 luglio) il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, nel suo intervento all'assemblea nazionale dei delegati di Unionmeccanica-Confapi. “Siamo di fronte - ha spiegato - a un'accelerazione di questo processo, si deciderà nei prossimi mesi. Non avremmo quindi nessun secondo tempo per prendere delle decisioni, chi pensava a successive verifiche, deve fare i conti con questa accelerazione”.
“Gli accordi separati per i contratti di Unionmeccanica-Confapi e le Associazioni delle Cooperative rendono ancora più evidente il problema della rappresentanza delle Organizzazioni sindacali. Cisl e Uil sono largamente in minoranza eppure hanno firmato un'intesa legittimate, non dai lavoratori, ma dalle Organizzazioni datoriali. Fa tutto parte dello stesso disegno. Si tratta di una distruzione sistematica delle tutele e dei salari che va contrastata. Per questo invieremo una lettera di contestazione a tutte le aziende della legittimità degli accordi e apriremo vertenze aziendali e territoriali”.
“Se viene confermata l'ipotesi della newco a Pomigliano - ha avvertito Landini - , e la non applicazione del contratto dei metalmeccanici, si tratterebbe di una scelta grave e non motivata da problemi di produttività. Non c'era bisogno di seguire questa strada da parte della Fiat, bastava applicare il Contratto nazionale per garantire i livelli di produttività richiesti. La strada che stanno seguendo è quella della contrattazione di settore, sempre per superare il Contratto nazionale e l'unificazione delle condizioni di lavoro. Si prende a riferimento l'intesa di Pomigliano, ovvero la derogabilità dei diritti e si portano gli Usa ad esempio. Ma negli Stati Uniti la grave crisi nell'industria dell'auto è stata così pesante proprio per la mancanza dello Stato sociale e dal Contratto nazionale, che ha portato a competere sulle condizioni di lavoro e sui salari. Oggi un metalmeccanico ha gli stessi diritti, a prescindere da dove lavori. Se va in porto questo progetto, i diritti saranno legati all'azienda in cui un dipendente lavora”.
“La manifestazione del 16 ottobre di tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici riparte dal mettere al centro il lavoro e i diritti per uscire dalla crisi. Per noi la democrazia e il coinvolgimento dei lavoratori è un punto centrale. Siamo pieni di dichiarazioni di solidarietà - ha concluso -, ma ora serve costruire un movimento per influenzare le decisioni in atto”.
“Gli accordi separati per i contratti di Unionmeccanica-Confapi e le Associazioni delle Cooperative rendono ancora più evidente il problema della rappresentanza delle Organizzazioni sindacali. Cisl e Uil sono largamente in minoranza eppure hanno firmato un'intesa legittimate, non dai lavoratori, ma dalle Organizzazioni datoriali. Fa tutto parte dello stesso disegno. Si tratta di una distruzione sistematica delle tutele e dei salari che va contrastata. Per questo invieremo una lettera di contestazione a tutte le aziende della legittimità degli accordi e apriremo vertenze aziendali e territoriali”.
“Se viene confermata l'ipotesi della newco a Pomigliano - ha avvertito Landini - , e la non applicazione del contratto dei metalmeccanici, si tratterebbe di una scelta grave e non motivata da problemi di produttività. Non c'era bisogno di seguire questa strada da parte della Fiat, bastava applicare il Contratto nazionale per garantire i livelli di produttività richiesti. La strada che stanno seguendo è quella della contrattazione di settore, sempre per superare il Contratto nazionale e l'unificazione delle condizioni di lavoro. Si prende a riferimento l'intesa di Pomigliano, ovvero la derogabilità dei diritti e si portano gli Usa ad esempio. Ma negli Stati Uniti la grave crisi nell'industria dell'auto è stata così pesante proprio per la mancanza dello Stato sociale e dal Contratto nazionale, che ha portato a competere sulle condizioni di lavoro e sui salari. Oggi un metalmeccanico ha gli stessi diritti, a prescindere da dove lavori. Se va in porto questo progetto, i diritti saranno legati all'azienda in cui un dipendente lavora”.
“La manifestazione del 16 ottobre di tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici riparte dal mettere al centro il lavoro e i diritti per uscire dalla crisi. Per noi la democrazia e il coinvolgimento dei lavoratori è un punto centrale. Siamo pieni di dichiarazioni di solidarietà - ha concluso -, ma ora serve costruire un movimento per influenzare le decisioni in atto”.
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