L'Assemblea delle delegate e dei delegati della Fiom-Cgil del Gruppo Fiat, dei Grandi gruppi industriali e delle aziende metalmeccaniche del Mezzogiorno ringrazia le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano per non essersi piegati al ricatto della Fiat.
Un atto di coraggio e di dignità che mette al centro un'idea di sviluppo e di società fondata sul lavoro, sui diritti della persona e sulla democrazia quali elementi tra di loro inscindibili.
L'Assemblea condivide e sostiene la scelta operata della Fiom-Cgil di non sottoscrivere il testo imposto dalla Fiat e diventato accordo separato, perché esso contiene inaccettabili deroghe al Contratto nazionale, alle leggi vigenti in materia di tutela e salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, violazione del diritto di sciopero sancito dalla nostra Costituzione e la volontà di mettere in crisi i fondamenti della rappresentanza e della contrattazione collettiva.
Le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano hanno con chiarezza indicato che vogliono continuare a produrre auto e chiedono alla Fiat di confermare gli investimenti per produrre la nuova Panda, coniugando un più elevato livello di utilizzo degli impianti, di produttività e di qualità del prodotto con una rigorosa applicazione del Contratto nazionale senza mettere in discussione i diritti, la dignità delle persone e la nostra Costituzione.
Se la Fiat vuole davvero ricercare il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori di Pomigliano e di tutte le organizzazioni sindacali, riapra su tali basi un vero tavolo negoziale che fino ad ora non c'è stato.
La Fiom, a partire dal Piano industriale presentato dalla Fiat lo scorso 21 aprile 2010, è convintache vadano messe in campo tutte le iniziative, anche con il coinvolgimento delle istituzioni, ad ogni livello, utili a realizzare la difesa, l'innovazione e lo sviluppo delle produzioni automobilistiche comprensive della componentistica in Italia e dell'occupazione senza chiusure traumatiche di stabilimenti, come Imola e Termini Imerese.
Termini Imerese non può chiudere e deve continuare a produrre auto utilizzando al meglio le competenze acquisite in questi anni.
A tal fine il Gruppo Fiat, anche in un ottica di responsabilità sociale, deve favorire da subito soluzioni industriali, anche di altri produttori di auto, capaci di garantire la continuità produttiva e la difesa dei livelli occupazionali, diretti e dell'indotto.
La Fiom è impegnata a sviluppare una iniziativa di livello europeo, in stretto coordinamento con la FEM, per evitare che i processi di riorganizzazione in atto da parte delle grandi imprese multinazionali siano costruiti sulla base della contrapposizione tra stabilimenti e lavoratori dei diversi paesi europei.
L'Assemblea considera decisivo contrastare e respingere il tentativo della Confindustria e del Governo di utilizzare la gravissima crisi economica e finanziaria in atto per mettere in discussione l'esistenza stessa del Contratto nazionale, per cancellare il diritto del lavoro e lo stesso Statuto dei diritti dei lavoratori, estendendo così il processo di precarizzazione nei luoghi di lavoro e nella società.
L'inaccettabile manovra del Governo che taglia ulteriormente lo Stato sociale e non combatte in alcun modo l'evasione fiscale e le rendite finanziarie, la totale assenza di un progetto di politica industriale delineano un quadro economico recessivo che scarica tutti i costi della crisi sulle lavoratrici e i lavoratori dipendenti ed i pensionati, senza indicare alcuna prospettiva alle giovani generazioni.
Il divario industriale del Mezzogiorno con il resto del paese e dell'Europa in questi anni è aumentato, è cresciuto il lavoro nero e irregolare fino a giungere a forme di vero e proprio schiavismo, si sono estesi i fenomeni di illegalità e di controllo malavitoso del territorio fino ad assumere dimensioni sempre più preoccupanti per la stessa tenuta democratica.
Il tentativo di offrire Pomigliano quale modello generale, con cui sancire che investimenti e lavoro
si possono realizzare solo abbassando salari e diritti, derogando dai contratti nazionali e dalle leggi fino alla violazione della carta Costituzionale, va assolutamente respinto con l'impegno e la mobilitazione di tutta la Cgil, continuando ed estendendo la mobilitazione avviata con lo sciopero generale dello scorso 25 giugno e del prossimo 2 luglio.
Occorre collettivamente costruire e mettere in campo un nuovo piano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile e la legalità che riunifichi il mondo del lavoro.
L'Assemblea condivide la proposta di dar vita fin dai prossimi giorni ad una iniziativa itinerante di mobilitazione e discussione, che nel mese di luglio a partire da Termini Imerese coinvolga ogni regione fino a giungere al presidio del Parlamento e della Presidenza del Consiglio.
Sull'insieme di tali questioni la discussione svolta in questa Assemblea assegna al Comitato Centrale della Fiom il compito di definire un piano di azione a partire dalla convocazione di una Conferenza per il Mezzogiorno, nel mese di settembre, fino alla necessaria iniziativa di mobilitazione in difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia e per la riconquista di un vero Contratto nazionale di lavoro.
Approvato all'unanimità
continuate cosi anche nella nostra fabbrica siete un gruppo di gente validissima anche nel nostro stabilimento,dal primo all ultimo.non siete legati con l azienda da inciuci o altre porcherie,questo vi da autonomia e forza per vigilare su tutto quello che non va.cisl e uil stanno perdendo molte tessere(ANCHE LA MIA)continuate cosi.
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