La difesa del posto di lavoro
Quale è la portata della crisi nello stabilimento di Jesi? Per quanti
mesi ancora dovremo parlare di cassa integrazione? E' in grado questa azienda
di escludere per i prossimi anni il ridimensionamento dell'occupazione di
questa fabbrica? E che tipo di investimento ha in mente Fiat sui trattori da
produrre a Jesi?
La Fiom Cgil chiede ufficialmente alla Fiat un incontro sull'andamento
produttivo dello stabilimento e sull'impegno industriale che questa azienda
intende mettere sullo stabilimento nei prossimi anni.
Servono risposte chiare non tanto semplicemente alla Fiom Cgil, ma alle
persone che da anni mandano avanti tutti i giorni questa fabbrica. Soprattutto
in un momento dove al calo degli ordini si va ad aggiungere una organizzazione
del lavoro che è tornata a far acqua da più parti, tanto da richiedere
incomprensibilmente in un momento in cui si utilizza la Cig e dove si producono
meno trattori, ore di straordinario per recuperare quello che durante la
settimana non si riesce a completare per le difficoltà a reperire i materiali.
Il miglioramento della condizione di lavoro
Quello su cui in questi anni l'azienda ha lavorato di più, è stato far
correre di più i lavoratori sulle linee di montaggio, piuttosto che
investire su attrezzature o su una organizzazione del lavoro capace di
alleggerire la fatica di chi lavora. Lo stesso Wcm ci era stato presentato come
la panacea di tutti i mali, lo strumento che avrebbe favorito gli investimenti
e reso il lavoro più a misura d'uomo. Oggi la crisi e l'aumento dei problemi
che riscontriamo ogni giorno in fabbrica, ci dicono che purtroppo così non è
stato. La Fiom Cgil ritiene che anche rispetto a questo sia giunto il momento
di cambiare verso, ripristinando un confronto vero con il sindacato che
affronti i problemi dell'organizzazione di lavoro che troppo spesso vengono
scaricati sulle persone che lavorano.
Correre sulle linee non va d'accordo nemmeno con la salute e la
sicurezza, per questo chiediamo sin da subito alle altre organizzazioni
sindacali che si vada al più presto all'elezione da parte dei lavoratori dei
rappresentanti della sicurezza, come stabilito dall'accordo nazionale
siglato nel gruppo Fiat da Fiom-Fim e Uilm.
Il salario e la valorizzazione deI lavoratori
Dal Gennaio scorso, un operaio della Fiat guadagna in paga base meno di
un qualsiasi altro metalmeccanico, e alla stessa maniera non riceve da anni
nessun euro di premio di risultato a luglio. Questo grazie agli accordi
sottoscritti in questi anni dalle altre organizzazioni sindacali e all'uscita
di Fiat dalla Confindustria.
In aggiunta a questo, l'azienda ha ridotto al minimo qualsiasi elemento
di valorizzazione dei lavoratori come i livelli e gli una tantum, o le
possibilità di crescita e di mobilità interna dei lavoratori. Per quanto ci
riguarda crediamo che la svalorizzazione del lavoro non solo peggiora le
condizioni di vita dei lavoratori, ma lo stesso funzionamento delle fabbriche.
Su tutte e tre le questioni, la Fiom Cgil ritiene necessaria l'apertura
di un percorso e di una discussione con i lavoratori, e se possibile anche con
le altre organizzazioni sindacali, per una iniziativa che faccia dire a questa
azienda che è ora di dare delle risposte, in merito alle incertezze produttive
e ai problemi che quotidianamente gravano sui lavoratori di questo
stabilimento.
Jesi, 30 Marzo 2015
La Rsa della
Fiom Cgil