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domenica 24 novembre 2013

VERTENZA NAZIONALE FIAT E CNH




IPOTESI di CARTA RIVENDICATIVA
della FIOM - CGIL
per la VERTENZA NAZIONALE
nel GRUPPO FIAT e CNH INDUSTRIAL




Novembre 2013


  (clicca sopra il pdf)

giovedì 14 novembre 2013

CHIUSURA NATALIZIA


La Rsa della Fiom Cgil informa le lavoratrici e i lavoratori che nell'incontro avutosi ieri l'altro con Fiat, è stato comunicato (chiaramente a cose già fatte con Fim e Uilm il giorno prima) quanto segue.

Per la chiusura natalizia la produzione resterà ferma dal giorno 23 Dicembre 2013 al 6 Gennaio 2014.

L'azienda si è detta disponibile, dietro richiesta del singolo lavoratore al caposquadra, ad anticipare fno a tre Par del 2014, per coloro che non hanno la copertura dei 5 giorni di chiusura necessari a Dicembre. Sempre con i Par, e per tutti, saranno coperti i 2 giorni dell'anno nuovo.

L'altra cosa che ci è stata comunicata, è che a partire dal prossimo anno i lavoratori potranno usufruire singolarmente di Par e ferie solo se mensilmente maturati, e non invece come si è sempre fatto fno ad oggi, in relazione al totale spettante ad ogni dipendente sull'intero anno lavorativo (104 ore di Par, 160 ore di ferie).

Dal nostro punto di vista una scelta sbagliata, che manifesta la volontà di Fiat di subordinare sempre più l'utilizzo dei permessi annui retribuiti dei lavoratori, alle esigenze produttive dello stabilimento (mancanza di materiali, particolari eventi climatici...).

Rispetto ai volumi produttivi l'azienda ha dichiarato di non essere ancora in condizione di dare risposte di alcun tipo. Ha solo fatto cenno ad un ulteriore calo di trattori per la fne di Novembre, secondo cui la produzione giornaliera dovrebbe attestarsi sulle 104 macchine al giorno.

Jesi, 14 Novembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil

lunedì 11 novembre 2013

SCIOPERO DI 4 ORE


La Rsa della Fiom Cgil della Cnh di Jesi informa le lavoratrici e i lavoratori, che vista l'impossibilità con sole quattro ore di raggiungere Fabriano, lo sciopero deciso unitariamente da Cgil Cisl e Uil per venerdì 15 Novembre, sarà da tenersi le ultime 4 ore di ogni turno lavorativo.
Detto ciò riteniamo utile fare alcune considerazioni.

Sono anni che banche, governi e imprese, chiedono sacrifici ai lavoratori con la promessa di una ripresa economica che non arriva mai. Anni in cui ci hanno raccontato che gli unici ingredienti per ripartire erano le politiche di austerità, sulla società come sul lavoro.

I risultati di quelle scelte sono oggi sotto gli occhi di tutti: l'economia italiana è tra quelle messe peggio in tutta Europa, ed è a rischio un intero sistema industriale; sono aumentate in maniera irragionevole le disuguaglianze, le povertà, e chi cerca un lavoro continua a non trovarlo.

Oggi come non mai crediamo serva voltare pagina, redistribuendo il lavoro e la ricchezza prodotta. Ma per fare questo occorrerebbe abbassare gli orari, cancellare la riforma pensionistica che porta i requisiti a 67 anni, cambiare le leggi che hanno favorito la precarietà nel lavoro come nelle vite, inserire forme di reddito, tassando magari quel 10% degli italiani che detiene la metà della ricchezza di questo Paese.

Di tutto questo, all'interno della piattaforma confederale non c'è che una flebile traccia. La risposta messa in campo dai tre segretari generali a noi pare con pochi contenuti, poco convinta (lo dimostra sia le ore di sciopero, che la sua articolazione), insomma non all'altezza dei problemi che hanno in questa fase le lavoratrici e i lavoratori.

Questa critica seppur con le differenze dovute, crediamo debba essere rivolta anche al nostro segretario generale Susanna Camusso, al quale chiediamo di cambiare passo, pena diventare come Cisl e Uil, cosa che non ci augureremmo mai.

L'altra considerazione è sull' impraticabilità dell'unità sindacale all'interno degli stabilimenti del gruppo Fiat. Occorre notare che nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, l'atteggiamento di Fim e Uilm nei nostri confronti, non è in nessuna maniera cambiato. Appena due mesi fa a Torino, hanno infatti sottoscritto con l'Azienda un accordo dove ribadiscono la loro assoluta indisponibilità a far partecipare la nostra organizzazione al rinnovo contrattuale prossimo, e dove si dichiarano disposti a difendere l'azienda addirittura fin nei tribunali.

Resta inoltre il fatto, che mentre a livello interconfederale vengono sottoscritti accordi in cui i lavoratori votano i contratti e democraticamente eleggono i loro rappresentanti sindacali: la stessa cosa e da quelle stesse organizzazioni sindacali, viene impedita in Fiat.

Nonostante ciò, pensiamo che le scelte del governo in materia economica vadano cambiate, e che il modo migliore per non essere d'accordo è quello di scioperare.

Jesi, 11 novembre 2013  La Rsa della Fiom Cgil

lunedì 4 novembre 2013

RISPOSTE


Se c'è una questione che preoccupa dal primo all'ultimo lavoratore dello stabilimento Cnh di Jesi, è quella di capire quali scelte produttive farà questa Azienda da qui a breve, come nel prossimo futuro.

Da troppo tempo in fabbrica stanno venendo fuori segnali preoccupanti che non fanno altro che alimentare il clima di incertezza rispetto al nostro futuro produttivo. Vediamo quali sono.

Non passa giorno che nelle offcine come negli uffci non si rincorrono voci di ogni sorta su possibili ristrutturazioni, commesse spostate, commissariamenti della direzione aziendale, problemi di ogni tipo con i fornitori e per non farci mancare nulla, addirittura la fnanza.

L'uscita dei lavoratori interinali, la riduzione delle trasferte in forza a Jesi, i pensionamenti a cui da troppo tempo non fanno seguito le assunzioni, ci dicono che lo stabilimento di Jesi ha perso in questi anni posti di lavoro. Un dato preoccupante, a cui fa seguito il calo della produzione deciso in questi giorni dall'azienda.

Sono mesi che l'organizzazione del lavoro fa acqua da più parti, sia in termini di qualità della produzione che in quelli di un peggioramento della condizione di chi lavora sulle linee di montaggio. Troppi i trattori incompleti costantemente fermi sui piazzali e troppi i soldi buttati con gli straordinari per recuperarli.
L'impressione è che siamo costantemente in una situazione di emergenza produttiva, vuoi per i fornitori, vuoi per i materiali che non si trovano, vuoi per la rigidità dell'organizzazione del lavoro costruita in questi anni, che non permette a reparti come le trasmissioni o le cabine di far fronte al fabbisogno giornaliero dei trattori in offcina 2. Il risultato sono quei 4 punti tolti allo stabilimento nell'ultimo Audit.

Fiat ha dato inizio qualche mese fa alla costruzione del secondo stabilimento di trattori in Turchia che per quel che si sa, avrà all'incirca la stessa missione produttiva dello stabilimento di Jesi. Scelta che preoccupa, visto come già in passato produzioni siano state collocate ad Ankara piuttosto che a Jesi.

Dall'incontro richiesto a Fiat nei giorni scorsi, la Fiom Cgil ritiene estremamente importante capire quali scelte, quali investimenti e quali prodotti saranno destinati al sito produttivo di Jesi; oltre al fatto di sapere se i cali produttivi e occupazionali odierni rappresentano qualcosa di momentaneo o diversamente di strutturale, così da mettere a rischio altri posti di lavoro.

Nel frattempo riteniamo assolutamente necessario aprire sin da subito una discussione con tutti i lavoratori utilizzando le tante ore di assemblee retribuite rimaste (sono 5 e mezzo). Invitiamo pertanto la Rsa frmataria a farne richiesta.

Jesi, 5 Novembre 2013 La Rsa della Fiom Cgil